L’Ocse rivede al ribasso le previsioni di crescita globale: impatti e strategie per il futuro

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ha rivisto al ribasso le stime di crescita globale per il 2025, evidenziando un contesto economico complesso in Stati Uniti, Eurozona e Italia.
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L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ha pubblicato ieri il suo rapporto “Steering through uncertainty“, in cui vengono analizzate le prospettive economiche globali. Le stime sulla crescita del Prodotto Interno Lordo mondiale per il 2025 sono state riviste al ribasso, passando dal 3,3% al 3,1%. Anche le previsioni per il 2026 mostrano un calo, con una stima del 2,9%, inferiore di 0,3 punti rispetto alle previsioni di dicembre. Le proiezioni per gli Stati Uniti, l’Eurozona e l’Italia seguono lo stesso trend negativo, evidenziando un contesto economico complesso e incerto.

Le previsioni economiche globali: un quadro in deterioramento

Secondo il rapporto dell’Ocse, la crescita del Pil degli Stati Uniti è prevista al 2,2% per il 2025, con una riduzione di due decimali rispetto alle stime precedenti, e al 1,6% per il 2026, con un calo di mezzo punto. Anche l’Eurozona non si salva, con previsioni di crescita dell’1% nel 2025 e dell’1,2% nel 2026, entrambe inferiori di 0,3 punti rispetto alle stime passate. L’Italia, da parte sua, si trova in una situazione simile, con una crescita prevista dello 0,7% nel 2025 e dello 0,9% nel 2026, segnando rispettivamente un calo di 0,2 e 0,3 punti.

L’Ocse mette in evidenza che l’incertezza economica è amplificata da fattori geopolitici e commerciali, tra cui l’impatto dei dazi. Questi ultimi potrebbero complicare ulteriormente la discesa dell’inflazione, che rimane superiore alle aspettative, nonostante il rallentamento dell’economia. Luigi Campiglio, professore di Politica Economica all’Università Cattolica di Milano, sottolinea che l’incertezza è un elemento predominante nei mercati e nell’attività economica attuale.

La geopolitica come chiave per la stabilità economica

In questo contesto, la geopolitica e la diplomazia potrebbero svolgere un ruolo cruciale nel ridurre l’incertezza. Un accordo di pace in Ucraina, ad esempio, potrebbe fornire un impulso significativo all’attività economica, permettendo una ripresa dopo un periodo di debolezza. Tuttavia, la questione dei dazi rimane un tema delicato. L’ex presidente Donald Trump ha utilizzato i dazi come strumento per cercare di riportare gli Stati Uniti a un periodo di prosperità, ma ciò ha portato a un aumento dei prezzi, creando un clima di instabilità.

L’Ocse avverte che la crescita economica potrebbe essere inferiore alle attese, con il segretario del tesoro Bessent che non esclude la possibilità di una recessione negli Stati Uniti. L’inflazione, che scende lentamente, potrebbe addirittura risalire a causa dei dazi, complicando ulteriormente il quadro economico. Sebbene non si preveda una stagflazione severa come in passato, la situazione attuale non è rassicurante.

Le politiche fiscali e il ruolo delle banche centrali

In questo scenario di incertezza, le politiche fiscali potrebbero svolgere un ruolo fondamentale. È necessario adottare misure fiscali attive per attenuare l’incertezza e promuovere una visione ottimistica per il futuro. Una politica fiscale ben strutturata potrebbe contribuire a migliorare le prospettive economiche, tenendo conto delle differenze tra i vari Paesi europei.

Le banche centrali, da parte loro, si trovano a un bivio. Se l’inflazione dovesse risalire, potrebbero dover riconsiderare la loro strategia di riduzione dei tassi di interesse. La stabilità dei tassi potrebbe essere una soluzione temporanea, in attesa di ulteriori sviluppi, soprattutto in relazione agli accordi di pace e alla situazione geopolitica.

La necessità di un cambiamento nelle politiche europee

In questo contesto, è evidente che anche l’Unione Europea deve rivedere le sue politiche. Nonostante l’incertezza economica, la Commissione Europea ha ribadito che le regole del Patto di Stabilità non sono in discussione. Questa rigidità potrebbe rivelarsi controproducente, considerando le sfide economiche attuali. È fondamentale che le istituzioni europee mostrino una maggiore flessibilità e apertura al cambiamento, per affrontare le difficoltà economiche in modo più efficace.

La situazione attuale richiede un approccio coordinato e una visione a lungo termine, in grado di garantire la sostenibilità del debito pubblico e stimolare la crescita economica. La cooperazione internazionale e il sostegno reciproco tra i Paesi saranno essenziali per navigare attraverso questa fase di incertezza e per costruire un futuro più stabile e prospero.