Giorgia Meloni, premier italiana, fa il suo ritorno in Parlamento dopo due mesi di assenza, in un momento cruciale che precede il Consiglio europeo previsto per giovedì. La sua presenza è attesa con particolare attenzione, poiché dovrà presentare e difendere una risoluzione unitaria del centrodestra. Questo avviene in un contesto di divisioni interne all’opposizione, che potrebbero offrire alla premier un’opportunità per mettere in evidenza le difficoltà del campo avversario.
La risoluzione del centrodestra: un compromesso necessario
La risoluzione proposta dal centrodestra, frutto di giorni di discussioni e tensioni tra la Lega e gli altri alleati, è stata finalmente definita in modo da soddisfare le esigenze di tutti i leader coinvolti: Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini. Questo documento si articola in dodici punti, evitando deliberatamente temi controversi e non menzionando le iniziative di Francia e Inghilterra riguardanti un possibile contingente militare europeo. La Lega, in particolare, ha ottenuto il riconoscimento che l’Unione Europea ha bisogno di un programma più ampio rispetto al solo ReArm, approvato dall’Italia, includendo anche aspetti come la cybersecurity.
La risoluzione si concentrerà anche su questioni strategiche come la competitività dell’Europa e la necessità di riconversione industriale per i settori in crisi. Due concetti chiave che uniscono i leader del centrodestra sono l’importanza degli Stati Uniti, anche in un contesto di ridimensionamento del loro ruolo, e la centralità della NATO in qualsiasi scenario post-crisi. Meloni e Salvini trovano così un terreno comune, condiviso anche da Forza Italia, sottolineando l’importanza delle relazioni transatlantiche. Inoltre, la bozza della risoluzione menziona esplicitamente il ruolo delle Nazioni Unite nel contesto della crisi tra Russia e Ucraina.
Le domande inevase e le sfide politiche
Il ritorno di Meloni in Parlamento non sarà privo di interrogativi. Diverse questioni rimaste senza risposta nelle ultime settimane saranno al centro dell’attenzione. Tra queste, il caso Almasri, con il Partito Democratico che ha criticato la mancanza di informazioni da parte di Palazzo Chigi nei confronti della Corte penale internazionale. Anche il tema dei migranti sarà affrontato, con la bozza che sottolinea l’importanza di mantenere il tema al centro dell’agenda europea. Infine, ci sarà spazio per discutere del contratto di fornitura di servizi satellitari, in seguito alle dichiarazioni contrastanti di vari membri del governo riguardo al progetto europeo e ai servizi offerti da Starlink, la compagnia di Elon Musk.
Gli uffici della premier hanno preparato risposte per affrontare diverse domande che potrebbero sorgere. Una delle questioni più delicate riguarda l’aumento delle spese per la Difesa, che dovrebbero raggiungere almeno il 2% del PIL, come richiesto dagli Stati Uniti. Se Meloni dovesse ricevere critiche su questo punto, in particolare dai Cinque Stelle, potrebbe rispondere citando l’impegno di Giuseppe Conte durante il suo secondo governo, il quale aveva promesso un incremento delle spese militari.
Le divisioni nella maggioranza e gli incontri internazionali
Negli ultimi giorni, le posizioni della Lega hanno messo in evidenza le divisioni all’interno della maggioranza riguardo alla politica estera. Matteo Salvini ha espresso il suo sostegno alla linea di Donald Trump sull’Ucraina, criticando aspramente il piano ReArm Europe e il presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Tuttavia, queste dissonanze sembrano essere state messe da parte in vista della necessità di presentarsi uniti in Parlamento.
Nella giornata di ieri, Meloni ha anche incontrato re Abdullah II di Giordania, con i colloqui incentrati sul futuro della situazione a Gaza e in Siria. Questo incontro evidenzia l’impegno del governo italiano a mantenere un ruolo attivo nelle questioni internazionali, mentre si prepara a affrontare le sfide interne ed esterne che caratterizzeranno il suo operato nei prossimi mesi.