L’ex presidente della Commissione Europea, José Manuel Durão Barroso, ha recentemente espresso opinioni incisive riguardo alla necessità di una difesa comune nell’Unione Europea. Durante un incontro a Roma in onore di Franco Frattini, Barroso ha sottolineato che senza una solida strategia di autodifesa, l’Unione non potrà mai affermarsi come un’entità politica di peso nel contesto globale. Le sue dichiarazioni offrono spunti di riflessione sul futuro della sicurezza in Europa, in un momento in cui le tensioni internazionali sono in aumento.
La necessità di una difesa comune
José Manuel Durão Barroso ha affermato che un’Unione Europea priva di una difesa comune non può aspirare a un ruolo significativo nel panorama internazionale. Secondo lui, ogni entità politica deve prioritizzare la propria autodifesa per garantirsi un futuro. Barroso, che ha guidato la Commissione Europea dal 2004 al 2014 e ha ricoperto in precedenza il ruolo di primo ministro in Portogallo, ha evidenziato come l’Unione, per essere considerata una vera unione politica, debba superare il suo attuale modello di cooperazione economica e commerciale. Durante il suo intervento, ha messo in evidenza l’importanza di un approccio unificato alla sicurezza, soprattutto in un contesto geopolitico sempre più complesso.
La questione della difesa è diventata ancora più urgente alla luce delle recenti risoluzioni approvate dal Parlamento Europeo, che invitano a un cambiamento nel processo decisionale in materia di difesa, passando dall’unanimità alla maggioranza qualificata. Barroso ha accolto positivamente questa proposta, sottolineando che un processo decisionale più efficace è fondamentale per garantire una risposta rapida e coordinata alle minacce esterne.
Ostacoli e opportunità nel processo decisionale
Barroso ha messo in luce che, nonostante le buone intenzioni, spesso le discussioni sulla difesa europea vengono ostacolate da pretesti politici. Secondo lui, alcuni Stati membri utilizzano la questione del voto a maggioranza come scusa per non avanzare. Tuttavia, ha sottolineato che esistono già meccanismi, come le “cooperazioni rafforzate” previste dall’articolo 20 del Trattato di Lisbona, che potrebbero essere utilizzati per facilitare la cooperazione tra i Paesi disposti a collaborare.
Attualmente, Barroso ha osservato che ci sono già nove Stati membri pronti a procedere, il che rappresenta una massa critica sufficiente per avviare iniziative concrete. La sua analisi suggerisce che la vera sfida non risiede nella mancanza di consenso, ma nella volontà politica di superare le divisioni esistenti e di lavorare insieme per un obiettivo comune.
Sostenere l’Ucraina e affrontare la minaccia russa
Un tema centrale del dibattito è la situazione in Ucraina e la minaccia rappresentata dalla Russia. Barroso, che ha avuto numerosi incontri con il presidente russo Vladimir Putin, ha affermato che l’Unione Europea deve mostrarsi unita e forte per essere rispettata. Secondo lui, una posizione debole potrebbe incoraggiare ulteriori aggressioni, non solo nei confronti dell’Ucraina, ma anche verso altri Stati membri dell’Unione e della NATO.
La minaccia russa, ha avvertito, non deve essere sottovalutata. Barroso ha sottolineato che se un Paese riesce a invadere e annettere un altro senza conseguenze, ciò potrebbe incentivare ulteriori conflitti. Ha ribadito che l’invasione dell’Ucraina rappresenta una violazione del diritto internazionale che non può essere accettata.
La percezione della Russia in Europa
In Italia, come in altri Paesi europei, esistono opinioni divergenti riguardo alla minaccia russa. Barroso ha notato che le forze politiche di estrema destra e di estrema sinistra tendono a minimizzare il pericolo rappresentato da Mosca, avvicinandosi alla narrativa del Cremlino. Tuttavia, ha sottolineato che l’Italia ha generalmente sostenuto le politiche europee nei confronti della Russia, anche se ci sono voci critiche che chiedono un approccio meno aggressivo.
Barroso ha avvertito che la strategia di Putin potrebbe estendersi oltre l’Ucraina, mirando a Stati membri dell’Unione e della NATO. Questo scenario, ha detto, potrebbe portare a un conflitto diretto tra la NATO e la Russia, una situazione che entrambe le parti stanno cercando di evitare.
L’Unione Europea come attore geopolitico
Barroso ha descritto l’Unione Europea come un “adolescente geopolitico“, suggerendo che ci sono le condizioni affinché essa maturi e diventi un attore significativo sulla scena internazionale. Ha ricordato che in passato, in risposta a crisi come quella finanziaria del 2008 e alla pandemia di COVID-19, l’Unione ha dimostrato di poter prendere decisioni audaci e necessarie.
La sfida attuale è quella di trasformare queste esperienze in un approccio coerente e strategico alla sicurezza e alla difesa. Barroso ha concluso affermando che, nonostante le difficoltà, ci sono opportunità per l’Unione di crescere e affermarsi come un’entità forte e rispettata nel contesto globale.