La recente analisi di Legambiente offre un quadro preoccupante sull’attuazione del principio di tutela degli animali introdotto nell’ordinamento italiano tre anni fa. Nonostante un ampio consenso iniziale, i risultati evidenziano che quasi l’80% degli atti approvati non rispetta il nuovo orientamento costituzionale, sollevando interrogativi sulla reale volontà politica di garantire i diritti degli animali in Italia.
Bilancio legislativo: lavori in corso ma pochi risultati
Dal 12 febbraio 2022 al 31 gennaio 2024, sono stati approvati 617 atti legislativi, ma solo 91 di questi, pari al 14,75%, fanno riferimento alla tematica animali. Di questo numero, quasi quattro provvedimenti su cinque non rispettano il principio stabilito dall’articolo 9 della Costituzione. Con un’analisi dettagliata, Legambiente riporta che il 67,12% degli atti non ha tenuto conto dell’importante novità normativa, mentre 12,33% ha addirittura peggiorato la situazione per la protezione degli animali. Solo il 20,55% delle leggi approvate si attiene al dettato costituzionale, segnalando così un evidente disallineamento tra teoria e pratica legislativa.
In aggiunta, conflitti legislativi e ritardi nel processo normativo hanno fatto sì che molte delle proposte destinate a migliorare la condizione degli animali siano rimaste ferme in attesa di approvazione. Attualmente, 64 proposte di legge e 10 disegni di legge si trovano in una condizione di stallo, evidenziando una mancanza di azione concreta in un’area che richiede urgenza e attenzione.
Focus sugli animali da compagnia e l’emergenza per le specie selvatiche
L’analisi di Legambiente mette in luce che l’attenzione politica è prevalentemente concentrata sugli animali da affezione, mentre gli animali selvatici, spesso soggetti a bracconaggio e privi di adeguate tutele legali, rimangono in una situazione di vulnerabilità. Le specie protette, in particolare, continuano ad affrontare attacchi a causa di attività illegali che restano largamente impunite, amplificando ulteriormente la necessità di normative più stringenti e di una vigilanza attiva riguardo al benessere animale.
Questa disuguaglianza nella protezione degli animali suggerisce la necessità di promuovere una maggiore consapevolezza riguardo all’importanza della tutela degli ecosistemi naturali e delle sue creature, in modo da garantire una gestione equilibrata delle risorse naturali e della fauna selvatica.
La richiesta di Legambiente: tracciare una nuova rotta legislativa
Legambiente ha quindi formulato tre proposte legislative chiave per il governo e il Parlamento, chiedendo l’accelerazione delle pratiche in corso. Primo, un’inserimento specifico nel Codice penale del delitto di bracconaggio, con pene da tre a sei anni di carcere, e sanzioni per i traffici di specie protette, in linea con le normative europee. Secondo, l’implementazione di un’etichetta “Cage Free” per i prodotti di origine animale, propedeutica a garantire trasparenza e permettere ai consumatori di fare scelte informate. Infine, un Piano nazionale che renda le cure veterinarie accessibili a tutti, attraverso il sostegno alle cure e alla sterilizzazione dei randagi, in attuazione delle disposizioni esistenti ma mai completamente realizzate.
Analisi dei dati e risultati emblematici
Guardando più da vicino i risultati emersi, si nota che le legislazioni riguardanti gli animali d’affezione hanno mostrato il miglioramento più significativo, con un terzo degli atti considerati positivi. Invece, la situazione è meno rosea per gli animali da reddito e selvatici, dove la maggior parte delle leggi approvate non ha rispettato il principio costituzionale. La diversità di trattamento tra le varie categorie di animali sottolinea l’urgenza di una revisione delle politiche attuali, per garantire equità e giustizia a tutte le specie.
Antonino Morabito, responsabile nazionale benessere animale di Legambiente, ha sottolineato l’importanza dell’adozione di raccomandazioni legislative, esortando le forze politiche a prendersi la responsabilità di attuare pienamente il principio di protezione animale previsto dall’articolo 9, per ridurre il divario con altri Paesi nella lotta contro il bracconaggio e a favore del benessere animale. La vera protezione degli animali rappresenta un passo fondamentale anche per la salute umana e la salvaguardia dell’ambiente.