In Piemonte, le autorità sanitarie hanno confermato l’emergere di nuove positività nel monitoraggio dei cinghiali per la peste suina africana. L’IZS di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta ha annunciato tre nuovi casi registrati nella provincia di Alessandria. Questo fenomeno preoccupa non solo per la salute animale ma anche per le conseguenze che potrebbe avere sull’agricoltura e l’industria suinicola.
Situazione in Piemonte
Nel corso delle ultime verifiche, sono emerse tre nuove positività in cinghiali nelle località di Arquata Scrivia, Molare e Ponzone. Questi nuovi casi portano il totale dei focolai in provincia di Alessandria a ventidue, aggiornando i dati a diciassette e quarantuno nei rispettivi comuni. Con questo incremento, il numero totale di casi segnalati nella regione Piemonte sale a 691. Nonostante l’attenzione rivolta ai cinghiali, la situazione negli allevamenti di suini rimane sotto controllo, non essendo stati segnalati nuovi focolai in queste strutture.
Riflessione sull’emergenza in Liguria
Contrastando con la situazione piemontese, in Liguria la situazione sembra stabile. Al momento, non sono state registrate nuove positività nella popolazione di cinghiali. Così, il totale dei casi in Liguria rimane fermo a 1.050, da tempo senza variazioni. Questa stabilità è incoraggiante per le autorità sanitarie locali e gli operatori del settore, dato che previene il rischio di eventuali focolai negli allevamenti.
Impatto e numero dei comuni coinvolti
A livello regionale, il numero dei comuni interessati dalla peste suina africana in Piemonte e Liguria è un dato significativo. Attualmente, sono 170 i comuni dove è stata riscontrata almeno una positività. Questo dato mette in evidenza l’importanza della sorveglianza e della gestione della fauna selvatica per arginare la diffusione della malattia. La peste suina africana rappresenta una minaccia non solo per la salute degli animali ma anche per l’economia agricola, rendendo cruciale la cooperazione tra enti pubblici e privati per una gestione efficace.
La situazione resta monitorata da parte delle autorità sanitarie, che continuano a raccomandare pratiche di prevenzione e gestione per limitare la diffusione della malattia, sia tra i cinghiali che negli allevamenti di suini.