Trento: la morte di Gastone, un Mastino dei Pirenei, solleva interrogativi sul valore degli animali

A Trento, la famiglia di Gastone, un Mastino dei Pirenei deceduto dopo interventi chirurgici, ottiene un risarcimento di 9mila euro ma non il riconoscimento del danno morale dai giudici.
Trento: la morte di Gastone, un Mastino dei Pirenei, solleva interrogativi sul valore degli animali Trento: la morte di Gastone, un Mastino dei Pirenei, solleva interrogativi sul valore degli animali
Trento: la morte di Gastone, un Mastino dei Pirenei, solleva interrogativi sul valore degli animali - unita.tv

La recente vicenda di Gastone, un Mastino dei Pirenei deceduto dopo una serie di interventi chirurgici, ha riacceso il dibattito sulla considerazione giuridica degli animali domestici in Italia. La famiglia del cane ha ottenuto un risarcimento per le spese veterinarie, ma i giudici non hanno riconosciuto il danno morale, trattando l’animale come un oggetto. Questo caso, avvenuto a Trento, mette in luce le contraddizioni del sistema legale riguardo al valore affettivo degli animali.

La tragica storia di Gastone

Gastone, un Mastino dei Pirenei, ha vissuto una vita segnata da gravi problemi di deambulazione a causa di una patologia congenita. La sua famiglia, desiderosa di migliorare la qualità della vita del cane, ha intrapreso un percorso di cure che ha incluso interventi chirurgici presso una clinica nella Valle dei Laghi, in Trentino. Purtroppo, le operazioni non hanno avuto successo e hanno portato a un’esistenza caratterizzata da sofferenze, culminando nella sua morte.

La famiglia ha quindi deciso di intentare causa contro i veterinari, accusandoli di aver commesso un “clamoroso errore” durante le operazioni. I giudici del Tribunale civile di Trento hanno riconosciuto un risarcimento di circa 9mila euro per le spese sostenute, ma hanno escluso il riconoscimento del danno morale, paragonando la vita di Gastone a quella di un oggetto inanimato.

La posizione legale e il parere dell’avvocato

Marisa Perenzoni, avvocata della famiglia, ha commentato la sentenza, sottolineando come il cane sia stato trattato come una “res”, un oggetto. Secondo la Perenzoni, il fatto che i giudici abbiano negato il danno morale è una follia, poiché non si può paragonare la perdita di un animale domestico a quella di un oggetto materiale. La sentenza, lunga 45 pagine, ha riconosciuto le responsabilità dei veterinari, ma ha omesso di considerare il legame affettivo tra l’animale e la sua famiglia.

L’avvocata ha evidenziato che la famiglia ha speso oltre 30mila euro per le cure di Gastone, un investimento significativo che dimostra l’importanza che l’animale aveva per loro. La decisione di non riconoscere il danno morale ha spinto la famiglia a considerare di fare appello, nella speranza di ottenere un risarcimento più equo.

La questione del danno non patrimoniale

Il rifiuto dei giudici di riconoscere il danno morale non sorprende, come spiegato dall’avvocato Salvatore Cappai, esperto in diritto degli animali. Cappai ha fatto riferimento a sentenze precedenti della Corte di Cassazione, risalenti al 2008, che hanno stabilito che la perdita di un animale domestico è considerata un fastidio di poco conto, paragonabile a situazioni banali come la rottura di un tacco o un disservizio in un ufficio pubblico.

Questa visione giuridica ha suscitato preoccupazione tra coloro che sostengono l’importanza del legame affettivo tra gli esseri umani e gli animali. Cappai ha sottolineato che, sebbene ci siano giudici che si discostano da questa interpretazione, la maggior parte delle sentenze continua a minimizzare il valore emotivo della perdita di un animale domestico.

Un cambiamento necessario nella percezione legale degli animali

La vicenda di Gastone ha messo in evidenza la necessità di un cambiamento nella legislazione italiana riguardo agli animali domestici. La riforma dell’articolo 9 della Costituzione ha riconosciuto il valore degli animali, ma le sentenze continuano a riflettere una visione antiquata che non tiene conto del profondo legame affettivo tra gli animali e i loro proprietari.

La questione del riconoscimento del danno morale per la perdita di un animale domestico è diventata un tema di discussione sempre più rilevante. La speranza è che casi come quello di Gastone possano contribuire a una maggiore consapevolezza e a una revisione delle leggi, affinché gli animali siano finalmente considerati per ciò che sono: membri della famiglia.