La situazione dell’industria automobilistica italiana si fa sempre più complessa, con Stellantis al centro di un dibattito acceso riguardo il futuro dei suoi marchi storici, Alfa Romeo e Lancia. Le recenti dichiarazioni dell’ex amministratore delegato Carlos Tavares, che ha lasciato il gruppo, pongono interrogativi inquietanti sulla sostenibilità di questi brand nel contesto attuale. Con un mercato in crisi e dati di vendita in calo, il futuro di queste icone del made in Italy è più incerto che mai.
Un interrogativo pressante per il futuro di Stellantis
La questione della sopravvivenza di Alfa Romeo e Lancia è tornata alla ribalta, soprattutto dopo che Reuters ha evidenziato la necessità per il nuovo amministratore delegato di affrontare questa problematica. In un settore automobilistico in difficoltà, la gestione di un portafoglio così ampio, che include marchi come Fiat, Jeep, Maserati e altri, potrebbe rivelarsi più un ostacolo che un vantaggio. La diversificazione dei marchi, sebbene possa sembrare una strategia vincente, potrebbe in realtà complicare le operazioni e le decisioni strategiche.
Le domande su quali marchi siano più vulnerabili si fanno sempre più insistenti. Secondo le dichiarazioni di Tavares, Alfa Romeo e Lancia sono i principali candidati a una possibile dismissione. Sebbene non ci siano conferme ufficiali da parte di Stellantis, i dati forniti da ACEA, l’associazione europea dei costruttori di automobili, mostrano chiaramente una riduzione delle immatricolazioni, suggerendo che questi marchi potrebbero non essere più redditizi come un tempo.
I marchi Stellantis e la loro redditività
L’analisi delle immatricolazioni nel 2024 rivela un quadro preoccupante per Lancia, che ha registrato un calo del 27,2% rispetto all’anno precedente, nonostante un comunicato iniziale che parlava di oltre 32.000 immatricolazioni. La nuova Ypsilon, l’unico modello di punta, ha visto vendite limitate, con solo 3.900 unità immatricolate, la maggior parte delle quali in Italia. La situazione è ulteriormente complicata dalla lunga attesa per il lancio della nuova Lancia Gamma, previsto per il 2026.
Anche Alfa Romeo non se la passa meglio, con un decremento del 9,8% nelle immatricolazioni, mentre il marchio DS ha subito un calo del 20%. Questi risultati sono particolarmente allarmanti considerando la storicità e la passione che circondano i marchi italiani, che rappresentano un patrimonio culturale e industriale significativo. La recente controversia tra il Ministero del Made in Italy e Stellantis riguardo il nome Alfa Romeo Milano, rinominata Junior, ha ulteriormente evidenziato le tensioni legate all’identità di questi marchi.
Le difficoltà dello stabilimento di Cassino
Un altro aspetto critico è rappresentato dallo stabilimento di Cassino, che ha visto una flessione della produzione del 45% rispetto al 2023, segnando un record negativo nella sua storia. Attualmente, lo stabilimento opera con un solo turno di lavoro, una situazione che preoccupa i sindacati e i lavoratori. Nel 2017, la produzione era cinque volte superiore e il numero dei dipendenti era significativamente più alto. Oggi, circa 2.500 lavoratori sono impiegati, con una produzione che si concentra principalmente su Alfa Romeo Giulia e Stelvio, e Maserati Grecale.
Le difficoltà di Cassino non sono isolate, ma riflettono una crisi più ampia che coinvolge anche Maserati, che ha visto un crollo del 57% nelle consegne nel 2024. Questo calo è preoccupante, soprattutto se confrontato con i risultati di Ferrari e Lamborghini, che continuano a vedere una crescita nelle vendite. La chiusura dello stabilimento Maserati di Grugliasco ha sollevato preoccupazioni sul futuro del marchio e sulla sua capacità di competere nel segmento del lusso.
L’incognita Trump e il futuro di Stellantis
Oltre alle sfide interne, Stellantis deve affrontare anche fattori esterni, come la situazione politica negli Stati Uniti. Con Donald Trump alla Casa Bianca, la possibilità di una guerra commerciale potrebbe influenzare le strategie aziendali, rendendo difficile per Stellantis prendere decisioni drastiche riguardo i marchi americani come Chrysler e Ram. Questi marchi potrebbero rappresentare un’opportunità per ottenere vantaggi economici, rendendo più complicata la decisione di mantenere o dismettere i marchi europei.
Nel frattempo, John Elkann, attuale presidente e amministratore delegato ad interim di Stellantis, è atteso per un incontro con le commissioni riunite Attività produttive di Camera e Senato. Questo incontro, che è stato rinviato più volte, è cruciale per discutere le prospettive occupazionali del gruppo in Italia e potrebbe fornire ulteriori indicazioni sul futuro dei marchi storici come Alfa Romeo e Lancia.