La vicenda legata all’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, continua a suscitare interesse e dibattito. Andrea Sempio, amico di Marco Poggi, il fratello della vittima, è nuovamente al centro delle indagini. In un’intervista a Storie Italiane, trasmessa su Rai 1, ha condiviso le sue emozioni riguardo al suo coinvolgimento nelle ultime fasi dell’inchiesta, descrivendo la sensazione di “crollo della realtà” che ha provato.
Il rapporto tra Andrea Sempio e Chiara Poggi
Andrea Sempio ha chiarito che il suo legame con Chiara Poggi è sempre stato piuttosto superficiale. Ha dichiarato di averla incontrata solo in rare occasioni, specificando che non c’era una vera confidenza tra di loro. “Ci saremo incrociati una decina di volte”, ha affermato, sottolineando che l’unico ricordo significativo che ha di Chiara risale a un momento in cui si trovava nella sua camera con Marco e un amico, mentre giocavano al computer. “Ero seduto sul suo letto, e quando è entrata ho temuto che potesse arrabbiarsi”, ha raccontato, evidenziando la mancanza di interazioni significative tra di loro.
Questa distanza relazionale ha fatto sì che Andrea si sentisse estraneo all’idea di essere coinvolto in un caso così drammatico. Nonostante frequentasse la casa di Chiara, ha ribadito che non c’era mai stato un dialogo significativo tra loro. La sua testimonianza si concentra sull’idea che il suo Dna trovato sulle unghie di Chiara non possa essere interpretato come un segno di aggressione, poiché afferma di aver toccato gli stessi oggetti utilizzati dalla studentessa durante le sue visite.
Il Dna e la presenza nelle indagini
Un aspetto cruciale dell’inchiesta è il ritrovamento del Dna di Andrea Sempio sulle unghie di Chiara. In merito a questo, ha spiegato che la sua presenza in casa Poggi era frequente e che non si stupirebbe se il suo Dna fosse rinvenuto in altre stanze. “L’unica stanza dove di sicuro non sono mai entrato era quella dei genitori”, ha affermato, chiarendo che in tutte le altre stanze era passato per necessità. Questo dettaglio è fondamentale per comprendere la sua posizione e la sua estraneità rispetto all’omicidio.
Andrea ha anche voluto chiarire il contesto del suo scontrino del parcheggio, utilizzato come prova della sua presenza a Vigevano. Ha spiegato che il talloncino non è stato conservato per costruire un alibi, ma semplicemente perché trovato dal padre durante le pulizie della macchina. “Quando mi hanno chiesto di quel giorno, l’ho mostrato. Perché non avrei dovuto farlo?”, ha detto, evidenziando la sua volontà di dimostrare la verità.
Le telefonate e la sua innocenza
Nei giorni precedenti all’omicidio, Andrea Sempio ha effettuato alcune telefonate a casa Poggi, cercando di contattare Marco. Ha spiegato che le chiamate erano brevi e non avevano alcuna utilità nel contesto di un omicidio. “Mi permetteva di escludere che il giorno del delitto fosse in casa col moroso”, ha affermato, cercando di chiarire che non c’era nulla di sospetto nel suo comportamento.
Nonostante le accuse e le speculazioni che circondano il caso, Andrea ha ribadito con fermezza la sua innocenza. “Sono innocente, andrà tutto bene. La famiglia Poggi crede in me”, ha dichiarato, esprimendo la sua determinazione a difendersi. Ha anche sottolineato come questa situazione non riguardi solo lui, ma anche le persone a lui vicine, creando un impatto emotivo significativo. “Non ho fatto del male a Chiara“, ha concluso, evidenziando la sua volontà di affrontare questa difficile vicenda sia sul piano legale che mediatico.
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