Il 25 marzo 2025, è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Davide Garufi, noto su TikTok come Alexandra, il 21enne che ha tragicamente deciso di togliersi la vita il 19 marzo a Sesto San Giovanni. La procura di Monza ha aperto un’inchiesta che si concentra su due aspetti: l’istigazione al suicidio e l’omessa custodia di arma. Questo caso ha suscitato un forte interesse pubblico, non solo per la giovane età della vittima, ma anche per le circostanze che hanno portato a questo gesto estremo.
Dettagli dell’autopsia e indagini in corso
L’autopsia effettuata oggi ha come obiettivo principale quello di chiarire le cause della morte di Davide. Secondo quanto riportato da fonti vicine alla procura, gli inquirenti stanno cercando di raccogliere informazioni che possano spiegare le motivazioni dietro il suicidio. In particolare, sono stati disposti esami tossicologici per verificare se il giovane avesse assunto sostanze che potessero influenzare il suo stato mentale. La procura, guidata dal procuratore Claudio Gittardi, sta seguendo con attenzione ogni possibile indizio.
Davide Garufi, che si era aperto con i suoi follower su TikTok riguardo le sue esperienze e le difficoltà affrontate durante il suo percorso di transizione, non risulta aver assunto farmaci per la disforia di genere. Questo aspetto è cruciale, poiché potrebbe indicare che le sue sofferenze emotive non erano legate a trattamenti farmacologici, ma piuttosto a fattori esterni.
Critiche e insulti online: un contesto difficile
La presenza di insulti e critiche omofobe nei confronti di Davide è emersa come un tema ricorrente. I suoi racconti intimi, condivisi sui social, lo hanno reso vulnerabile a commenti negativi e attacchi da parte di alcuni utenti. Dopo la sua morte, diversi video pubblicati da Alexandra sono stati ripostati da altri utenti, evidenziando la sua lotta e le ingiustizie subite. Tuttavia, l’ipotesi di istigazione al suicidio, che è attualmente oggetto di indagine, non sembra essere direttamente collegata ai messaggi ricevuti online.
Le indagini condotte dai carabinieri hanno rivelato che una vicina di casa ha segnalato la situazione, suggerendo che ci potessero essere stati segnali di allerta prima del tragico evento. Questo porta a interrogarsi su quanto sia importante il supporto sociale e la protezione per i giovani che affrontano situazioni di vulnerabilità, come nel caso di Davide.
La reazione della comunità e il dibattito sociale
La morte di Davide Garufi ha scosso profondamente la comunità di Sesto San Giovanni e non solo. Molti giovani e attivisti hanno espresso il loro cordoglio e la loro solidarietà, sottolineando l’importanza di affrontare il tema della salute mentale e della discriminazione. Questo tragico evento ha riacceso il dibattito sulla necessità di creare spazi sicuri per le persone LGBTQ+ e sull’importanza di educare la società contro l’omofobia e il bullismo.
Le istituzioni e le associazioni locali stanno ora cercando di promuovere iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi, affinché situazioni simili non si ripetano in futuro. La morte di Davide rappresenta un triste monito sulla fragilità della vita e sull’importanza di un sostegno adeguato per chi si trova in difficoltà.
Il caso di Davide Garufi rimane aperto e le indagini proseguono, con la speranza che possano emergere ulteriori dettagli utili a comprendere le dinamiche che hanno portato a questa tragica decisione.
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