La crescente diffusione di comunità online con caratteristiche simili a sette sta suscitando preoccupazione tra esperti e genitori. Questi gruppi, spesso invisibili e insidiosi, possono esercitare un’influenza negativa sui minori, inducendoli a compiere atti violenti o autolesionistici. È fondamentale che i genitori siano in grado di riconoscere i segnali di allerta e adottare misure preventive per proteggere i propri figli.
Il rischio delle sette online
Negli ultimi anni, Europol ha segnalato un aumento delle comunità online che operano come vere e proprie sette. Questi gruppi si avvalgono delle piattaforme più popolari tra i giovani per reclutare membri e manipolarli. L’obiettivo è quello di trasformare i ragazzi in criminali o vittime, spesso attraverso un processo di coercizione e manipolazione. Le vittime più vulnerabili, in particolare, sono quelle che si trovano in situazioni di disagio psicologico o appartengono a minoranze etniche e alla comunità LGBTQ+.
Le tecniche di reclutamento utilizzate da questi gruppi sono subdole e mirate. Una delle più comuni è il “Love Bombing“, che consiste nell’offrire attenzione e affetto eccessivi per guadagnare la fiducia della vittima. Durante questo processo, i predatori raccolgono informazioni personali, che possono essere utilizzate successivamente per esercitare pressione o ricatto.
Le dinamiche di manipolazione
Una volta che un giovane è stato adescato, inizia un vero e proprio incubo. Gli aggressori spingono le vittime a produrre contenuti sensibili, che vengono poi utilizzati per ricattarli. Per mantenere il controllo, i gruppi cercano di desensibilizzare i ragazzi alla violenza, esponendoli a video e contenuti che mostrano atti violenti. Questo processo di normalizzazione della violenza è particolarmente pericoloso, poiché può portare i giovani a compiere atti violenti contro se stessi o altri.
Le conseguenze di queste dinamiche possono essere devastanti. Europol ha riportato casi in cui i membri di queste comunità hanno istigato atti di violenza, causando lesioni o addirittura omicidi. È quindi cruciale che i genitori siano vigili e in grado di riconoscere i segnali che indicano che i propri figli potrebbero essere stati coinvolti in queste reti pericolose.
Segnali di allerta da monitorare
I ragazzi coinvolti in queste comunità tendono a mantenere segreta la loro attività online. Alcuni comportamenti possono fungere da campanelli d’allarme. Ad esempio, se un giovane spegne il dispositivo quando un adulto entra nella stanza o utilizza account anonimi, potrebbe essere un segnale di allerta. Altri indicatori includono un aumento del tempo trascorso in solitudine, un distacco da amici e familiari, e sbalzi d’umore improvvisi.
È importante prestare attenzione anche ai cambiamenti nei valori e negli interessi. Un ragazzo che mostra un interesse crescente per ideologie estremiste o simboli violenti potrebbe essere a rischio. Inoltre, l’adozione di un linguaggio particolare, slang o simboli associati a gruppi estremisti è un altro segnale da non sottovalutare. Infine, episodi di autolesionismo possono manifestarsi con il tentativo di coprire le zone lesionate indossando abiti lunghi.
Per proteggere i propri figli, i genitori possono utilizzare strumenti di parental control per monitorare le applicazioni più utilizzate e verificare se siano collegate a gruppi pericolosi. Rimanere informati e instaurare un dialogo aperto con i giovani è fondamentale per prevenire il rischio di coinvolgimento in queste comunità dannose.