La Gintoneria, un locale che ha fatto parlare di sé per il suo stile di vita sfrenato e per i suoi legami con il crimine, è al centro di un’inchiesta della Guardia di Finanza. Fondato da Davide Lacerenza, noto come il “King della notte di Milano“, e dalla figlia di Wanna Marchi, Stefania Nobile, il locale ha raggiunto un fatturato annuale di due milioni di euro prima di essere sequestrato. Questo articolo esplora la storia di questo controverso locale, il suo sviluppo e le recenti vicende legali che lo hanno coinvolto.
Le origini della gintoneria
La Gintoneria ha aperto i battenti nel 2013, inizialmente situata nella zona periferica di Greco, prima di trasferirsi in via Napo Torriani, vicino alla Stazione Centrale di Milano. La storia di Davide Lacerenza inizia nel quartiere di Lorenteggio, dove, dopo anni di lavoro nei mercati ortofrutticoli e come fotomodello, incontra Stefania Nobile nel 2005. Nobile, all’epoca, stava affrontando un processo che avrebbe portato alla condanna della madre, Wanna Marchi, per truffa. Nonostante il contesto difficile, i due decidono di unire le forze e avviano un’attività insieme.
Inizialmente, Lacerenza e Nobile rilevano un piccolo bar-trattoria in via Comune Antico, dove Stefania lavora in regime di semi-libertà. Nel 2009, inaugurano La Malmaison, un ristorante di lusso con pochi coperti, arredato con eleganza e con un menu che include piatti costosi. Tuttavia, dopo un periodo di successo, decidono di abbandonare il ristorante per dedicarsi completamente al mondo dei cocktail e del gin.
L’ascesa della gintoneria
Nel 2013, La Gintoneria apre in via Comune Antico, diventando rapidamente un punto di riferimento per gli amanti del gin. Con un’offerta di 500 etichette di gin provenienti da tutto il mondo e bottiglie di champagne rare, il locale attira un pubblico variegato, da giovani in cerca di divertimento a personaggi noti. La popolarità di Lacerenza cresce anche grazie alla sua presenza sui social media, dove condivide il suo stile di vita lussuoso e le sue eccentricità, come il famoso video in cui lava i cerchioni della sua auto da corsa con champagne.
Tuttavia, il successo della Gintoneria non è privo di controversie. Il locale viene chiuso più volte a causa delle lamentele dei residenti, che segnalano schiamazzi e sospetti di attività illecite. Nonostante queste difficoltà, Lacerenza continua a promuovere il suo locale, attirando clienti da tutta Italia, molti dei quali sono affascinati dal suo personaggio e dalla sua vita da “King”.
Le indagini e il sequestro del locale
Recentemente, la Gintoneria è finita sotto i riflettori per un’inchiesta della Guardia di Finanza che ha portato all’arresto di Davide Lacerenza e di Stefania Nobile, accusati di gestire un giro di spaccio e di prostituzione. Il locale, ora sotto sequestro, rappresenta un simbolo di eccessi e di una vita notturna che ha attirato l’attenzione di media e autorità.
L’inchiesta ha rivelato un sistema complesso di operazioni illecite, che ha portato alla chiusura del locale e alla necessità di indagini più approfondite. I residenti della zona, che avevano già espresso preoccupazione per l’attività del locale, si sono trovati a fronteggiare una realtà ben più grave di quanto immaginassero. La Gintoneria, che fino a poco tempo fa era un luogo di divertimento e ostentazione, è ora un esempio delle conseguenze di un’esistenza vissuta al limite.
In questi giorni, la vetrina del locale, ora sigillata, è diventata un luogo di raccolta per messaggi di sostegno da parte di clienti e sostenitori di Lacerenza, che continuano a vedere in lui una figura carismatica e controversa. La storia della Gintoneria è un riflesso delle dinamiche della vita notturna milanese, dove il confine tra lusso e illegalità è spesso sottile e sfocato.