Mario Eutizia scarcerato: la perizia smentisce il nesso tra farmaci e decessi di anziani

Mario Eutizia, il badante accusato di aver causato la morte di quattro anziani, è stato scarcerato a Caserta dopo la revoca della misura cautelare il 20 febbraio, grazie a una perizia della Procura di Latina.
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Mario Eutizia scarcerato: la perizia smentisce il nesso tra farmaci e decessi di anziani - unita.tv

Mario Eutizia, il badante accusato di aver causato la morte di quattro anziani, è tornato in libertà dopo la revoca della misura cautelare. La decisione, presa il 20 febbraio, è stata influenzata dall’esito di una perizia disposta dalla Procura di Latina, che ha messo in discussione il legame tra la somministrazione di sedativi e i decessi. Questo caso ha suscitato grande attenzione mediatica e ha sollevato interrogativi sulla responsabilità dei caregiver e sull’uso di farmaci in contesti di assistenza.

La confessione e l’arresto di Mario Eutizia

Mario Eutizia, 47 anni, si era presentato ai carabinieri il 22 agosto, contattando il numero di emergenza 112 da Piazza Sant’Anna a Caserta. Durante la chiamata, aveva confessato di aver ucciso quattro persone, due delle quali a Latina nel 2014, una a Casoria nel 2023 e una a Vibonati nel marzo 2024. La confessione ha portato al suo arresto, ma la situazione si è complicata quando la difesa ha presentato una perizia di parte, sostenendo che non ci fosse prova che il presunto sovradosaggio di farmaci avesse causato i decessi.

Eutizia ha dichiarato di aver somministrato dosi elevate di sedativi ai suoi assistiti per alleviare le loro sofferenze, avendo lui stesso esperienza come paziente oncologico. Secondo il suo racconto, non aveva intenzione di uccidere, ma credeva che il sovradosaggio potesse aver contribuito alla morte degli anziani. Questa affermazione ha sollevato interrogativi etici e legali sulla pratica di somministrare farmaci a pazienti vulnerabili.

La perizia e la revoca della misura cautelare

La decisione di scarcerare Eutizia è stata presa in seguito all’analisi della perizia disposta dalla Procura di Latina, che ha messo in discussione il nesso causale tra la somministrazione dei farmaci e i decessi. L’avvocato Antonio Daniele, difensore di Eutizia, ha presentato l’istanza di revoca della misura cautelare, sostenendo che non fosse possibile dimostrare che il presunto sovradosaggio avesse provocato la morte degli anziani.

Il giudice ha accolto la richiesta, evidenziando che gli elementi a sostegno della custodia cautelare non erano sufficienti. Nonostante la confessione iniziale, il gip non ha convalidato il fermo, ritenendo che non ci fosse un concreto pericolo di fuga. Tuttavia, la custodia cautelare era stata mantenuta in attesa di ulteriori accertamenti, che ora hanno portato alla scarcerazione di Eutizia.

Implicazioni legali e sociali del caso

Il caso di Mario Eutizia ha sollevato importanti questioni legate alla responsabilità dei badanti e all’uso di farmaci in contesti di assistenza. La somministrazione di sedativi a pazienti anziani e vulnerabili è un tema delicato che richiede un’attenta valutazione da parte di professionisti del settore. La vicenda ha messo in luce la necessità di regolamentazioni più chiare riguardo alla somministrazione di farmaci e alla formazione dei caregiver.

Inoltre, il caso ha suscitato un dibattito pubblico sulle pratiche di assistenza agli anziani e sull’importanza di garantire la loro sicurezza e dignità. La scarcerazione di Eutizia non segna la fine della questione, ma piuttosto l’inizio di una riflessione più ampia su come gestire situazioni simili in futuro, affinché non si ripetano tragedie e malintesi in ambito assistenziale.