Nuove rivelazioni sul delitto di Garlasco: la Procura richiede un incidente probatorio

Il caso di Garlasco riemerge con la richiesta della Procura di un incidente probatorio per analizzare i reperti DNA. Gli avvocati Andrea Lovati e Giuseppe De Rensis discutono le posizioni di Andrea Sempio e Alberto Stasi.
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Il caso del delitto di Garlasco continua a far discutere, con nuove informazioni emerse durante la diretta di Storie Italiane. La Procura ha presentato una richiesta di incidente probatorio per esaminare i pochi reperti rimasti, in particolare i campioni di DNA, che potrebbero avere un ruolo cruciale nella nuova indagine. Questa richiesta ha riacceso il dibattito sulla posizione di Andrea Sempio, mentre Alberto Stasi potrebbe essere potenzialmente scagionato. I legali dei due indagati hanno affrontato il tema in studio, evidenziando le loro posizioni contrastanti riguardo alla necessità di un incidente probatorio.

La posizione di Andrea Sempio e le obiezioni legali

L’avvocato di Andrea Sempio, il dottor Lovati, ha espresso una netta opposizione alla richiesta di incidente probatorio, sostenendo che non vi sia alcuna necessità di anticipare accertamenti che possono essere effettuati durante un eventuale dibattimento. Secondo Lovati, i reperti disponibili sono ormai insufficienti, poiché non ci sono più tracce biologiche significative, come le unghie della vittima, Chiara Poggi. La sua preoccupazione si concentra sul fatto che la Procura stia basando le sue indagini su dati biologici ormai obsoleti, come evidenziato da grafici di perizie datate.

Lovati ha sottolineato che la mancanza di nuovi reperti rende superfluo l’incidente probatorio, poiché tutti gli accertamenti necessari possono essere effettuati in un contesto processuale formale. La sua posizione si fonda sulla convinzione che la ricerca della verità non debba essere affrettata e che ogni passo debba essere ben ponderato, soprattutto in un caso così complesso e mediatico.

La difesa di Alberto Stasi e le nuove scoperte

Dall’altra parte, l’avvocato De Rensis, che rappresenta Alberto Stasi, ha ribadito l’importanza di una consulenza scientifica di alto livello, presentata da uno dei più noti genetisti al mondo. Secondo De Rensis, le analisi effettuate in passato possono ancora fornire indicazioni utili per la risoluzione del caso. Ha invitato a considerare con attenzione le opinioni degli esperti, sottolineando che sia Sempio che Stasi potrebbero emergere come completamente estranei ai fatti.

La difesa di Stasi ha anche richiamato l’attenzione su una telefonata inedita, risalente al periodo delle indagini iniziali, che potrebbe fornire nuovi spunti. Questa chiamata, in cui una persona di nome Alessandro parla con una ragazza, è stata trascurata in precedenza, ma potrebbe rivelarsi cruciale per comprendere meglio gli eventi di quel giorno.

La telefonata misteriosa e le implicazioni per le indagini

La telefonata in questione, avvenuta attorno alle 15:30, ha suscitato l’interesse degli avvocati coinvolti nel caso. Durante la conversazione, la ragazza menziona che “è morta, aveva solo 25 anni ed era a casa da sola”, prima di chiedere aiuto ad Andrea, confondendo il nome con Alessandro. Questo dettaglio ha sollevato interrogativi sulla possibilità che l’assassino possa aver cercato aiuto, un elemento che non è stato mai approfondito in modo adeguato.

Il legale di Stasi, De Rensis, ha chiarito che la telefonata non è avvenuta sulla scena del crimine e che le indagini dovrebbero concentrarsi su prove concrete. Lovati, dal canto suo, ha evidenziato la stranezza della situazione, suggerendo che l’assassino potrebbe aver cercato aiuto da un’altra persona. Entrambi gli avvocati hanno concordato sulla necessità di riesaminare gli elementi trascurati nel corso degli anni, sottolineando che ci sono molte questioni rimaste aperte che meritano un’analisi approfondita.

La complessità del caso di Garlasco continua a tenere alta l’attenzione del pubblico e degli esperti legali, con sviluppi che potrebbero cambiare radicalmente le sorti degli indagati.

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