Radja Nainggolan racconta l’arresto ad Anversa: “Una notte in prigione indescrivibile”

Radja Nainggolan racconta il drammatico arresto ad Anversa per traffico di cocaina, difendendo la sua innocenza e descrivendo l’impatto emotivo sulla sua famiglia e le sue relazioni.
Radja Nainggolan racconta l'arresto ad Anversa: "Una notte in prigione indescrivibile" Radja Nainggolan racconta l'arresto ad Anversa: "Una notte in prigione indescrivibile"

Radja Nainggolan, noto centrocampista belga, ha recentemente affrontato un evento drammatico che lo ha visto protagonista: il suo arresto ad Anversa con l’accusa di traffico internazionale di cocaina. In un’intervista al quotidiano Het Laatste Nieuws, il calciatore ha fatto chiarezza sulla situazione, raccontando i dettagli del momento critico e la reazione della sua famiglia alla notizia del suo arresto.

Il racconto dell’arresto

Nainggolan ha descritto l’esperienza dell’arresto e le successive ore in cui è stato interrogato dalla polizia. “L’interrogatorio è durato quattro ore, e quando mi hanno detto che non era possibile contattare il giudice, era già tardi. Così hanno deciso di farmi passare la notte in cella”, ha spiegato. La prigione, secondo le sue parole, è stata un’esperienza “strana” e traumatica, qualcosa che non vorrebbe mai rivivere. Durante questa lunga notte, il calciatore ha avvertito il peso di una situazione surreale, paragonando la sua condizione a quella di una figura molto più temuta come Pablo Escobar. La diffusione della notizia, infatti, ha portato a una parziale esagerazione dei fatti, un fenomeno comune nel mondo del gossip e dei media.

Le accuse e la sua difesa

Nonostante l’accusa gravissima, Nainggolan ha voluto sottolineare la sua estraneità ai fatti di droga. Durante l’interrogatorio, i poliziotti non hanno chiesto nulla di specifico riguardo ai traffici illeciti, concentrandosi invece sulla relazione tra lui e il principale indagato dell’operazione, una persona coinvolta in un contesto di traffico di stupefacenti che ha portato all’arresto di altre quindici persone. “Non ho nulla a che fare con quei casi di droga, e infatti l’interrogatorio non ha toccato questo argomento,” ha dichiarato, alludendo a un’eventuale malinterpretazione del suo ruolo nella vicenda.

La sua amicizia con l’indagato

Nell’intervista, Nainggolan ha parlato della sua relazione personale con l’indagato, affermando che si tratta di un amico sincero con cui ha condiviso diversi momenti, comprese difficoltà economiche. “Lui è sempre stato onesto con me. Non posso dire nulla di negativo, ma non sono mai stato coinvolto in affari loschi,” ha detto Nainggolan, chiarendo la natura della loro amicizia e difendendosi dalle speculazioni. Nonostante la fragilità della situazione, ha mantenuto una posizione chiara, affermando che non esiste alcun legame tra lui e la criminalità organizzata.

La reazione della famiglia

Un aspetto cruciale per Nainggolan è stata la reazione delle sue quattro figlie al suo arresto. Ha raccontato come la maggiore, di 17 anni, abbia avuto molte domande dopo che la notizia è circolata. “A scuola le hanno chiesto riguardo il mio arresto e lei ha cercato di difendermi. Le ho detto di non preoccuparsi e che sono innocente,” ha rivelato il calciatore, evidenziando il peso emotivo che una situazione del genere può avere su una famiglia. È chiaro che, nonostante le difficoltà, il legame con le sue figlie rimane centrale nella sua vita e nella sua volontà di superare questa fase delicata.

La vicenda di Radja Nainggolan, ora tra la gestione delle sue relazioni e la difesa della sua reputazione, si colloca in un contesto mediatico complesso, dove la verità e la percezione possono spesso coincidere, ma talvolta divergono in modo significativo.