Il caso Unabomber, uno dei più inquietanti della cronaca italiana, torna al centro dell’attenzione con una nuova udienza programmata per il 24 febbraio 2025. Questa udienza segue il rinvio avvenuto lo scorso ottobre, quando i periti hanno richiesto ulteriore tempo per analizzare i reperti grazie all’ausilio di tecnologie avanzate. Il Giudice per le Indagini Preliminari del tribunale di Trieste ha concesso 90 giorni in più all’ex comandante dei Ris, Giampietro Lago, e alla consulente Elena Pilli, specializzata in DNA mitocondriale e già coinvolta nell’omicidio di Yara Gambirasio. Tra le attività previste dai periti c’è anche il test del DNA su investigatori e custodi dei reperti, per garantire l’affidabilità delle tracce genetiche rinvenute.
Il contesto del caso Unabomber
Il fenomeno Unabomber ha avuto inizio negli anni ’90, quando una serie di attentati dinamitardi ha colpito il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. Tra il 1994 e il 1996, e successivamente dal 2000 al 2006, l’autore, o gli autori, di questi attacchi ha seminato il terrore, utilizzando ordigni esplosivi artigianali camuffati in oggetti comuni. Gli investigatori hanno attribuito 34 esplosioni a Unabomber, con un modus operandi che ha reso difficile l’identificazione del colpevole. La riapertura delle indagini, avvenuta nel novembre 2022, è stata motivata dall’esposto presentato da due vittime sopravvissute, Francesca Girardi e Greta Momesso, che hanno fornito un nuovo impulso alle indagini.
Nuove indagini e analisi del DNA
L’incarico per i nuovi esami sul DNA è stato conferito nel marzo 2023, ma i risultati sono ancora attesi. La complessità dell’operazione è accentuata dalla necessità di analizzare i profili genetici di tutte le persone che hanno avuto contatti con i reperti, inclusi coloro che li hanno rinvenuti all’epoca degli attentati. Questa fase di indagine si rivela cruciale per escludere eventuali contaminazioni e garantire l’affidabilità delle prove. Attualmente, sono 31 i sospettati, di cui solo 11 risultano iscritti nel registro degli indagati. Tra questi, emerge un nuovo nome: l’ingegnere Luigi Pilloni, il cui coinvolgimento è stato suggerito da dichiarazioni di una persona in cura psichiatrica. L’avvocato Leopoldo Da Ros, legale di Pilloni, ha assicurato che il suo assistito è completamente estraneo ai fatti.
Le piste seguite nel corso degli anni
Nel corso degli anni, le indagini su Unabomber hanno seguito diverse piste, ma senza mai giungere a risultati concreti. Dopo il primo attentato a Lignano, l’insegnante Andrea Agostinis è stato indagato, ma le indagini si sono poi spostate su altre ipotesi, tra cui quella di un militare americano di stanza ad Aviano o di un esperto di esplosivi italiano. Tuttavia, nessuna di queste piste ha portato a riscontri significativi. Con la riapertura del caso nel novembre 2022, si è tornati a esaminare le prove e le testimonianze, portando a un nuovo elenco di sospettati. La speranza è che le nuove tecnologie e l’analisi del DNA possano finalmente fare luce su uno dei misteri più oscuri della cronaca italiana.