L’ultimo sviluppo giuridico avvenuto a Varazze, in provincia di Savona, ha attirato l’attenzione mediatica. La Corte di Cassazione ha accordato un risarcimento considerevole a una coppia che risiede ai margini dell’autostrada A10. La decisione, emessa il 1° ottobre 2025, evidenzia le problematiche legate all’inquinamento acustico e al deprezzamento del valore della loro abitazione, che secondo la valutazione dei giudici è stato fortemente compromesso a causa del rumore incessante dell’autostrada.
La sentenza della Corte di Cassazione
La Terza sezione civile della Corte di Cassazione ha confermato la richiesta di indennizzo da parte di due coniugi di Varazze, stabilendo che “Autostrade per l’Italia” dovrà corrispondere loro un milione di euro, cifra che riflette le perdite economiche e il disagio vissuto. Il valore di mercato della loro villetta è stato stimato in un deprezzamento di 951mila euro, cifra a cui si aggiungeranno ulteriori decine di migliaia di euro destinate al “danno esistenziale“, in riferimento al minore godimento della proprietà subìto dai coniugi.
L’ordinanza, presieduta dalla giudice Antonietta Scrima, ha respinto il ricorso presentato dalla società autostradale, sostenendo le argomentazioni presentate dai varazzini, rappresentati in giudizio dall’avvocato Luigi Cocchi. Secondo quanto riportato dalla testata La Repubblica, il riconoscimento giuridico non riguarda solo il valore economico della casa, ma evidenzia anche il bisogno di proteggere la qualità della vita di chi vive in prossimità di tracciati ad alta intensità di traffico.
Il percorso legale dei coniugi
La querelle legale ha avuto inizio quando la coppia ha denunciato le problematiche legate all’inquinamento acustico e all’emissione di gas di scarico provenienti dall’A10. Sostenendo che tali fattori superavano la normale tollerabilità, i coniugi hanno fatto un passo significativo per rivendicare il loro diritto alla salute e alla fruizione della casa. La causa ha avuto un andamento piuttosto complesso, articolato in tre fasi processuali.
Nella prima fase, il Tribunale di Savona aveva dato ragione ai coniugi, imponendo ad “Autostrade per l’Italia” non solo il risarcimento per il danno esistenziale, ma anche l’installazione di barriere fonoassorbenti. Tuttavia, in questa sentenza, le richieste di riconoscimento di un danno biologico e di ulteriori riduzioni del valore commerciale dell’immobile erano state respinte.
La seconda fase è stata inaugurata dalla Corte d’Appello di Genova nel 2022, la quale ha ritenuto intollerabili le immissioni sonore presenti e ha disposto un risarcimento di 951 mila euro, accogliendo quindi parte delle richieste iniziali dei coniugi. La sentenza ha rispecchiato un’attenta valutazione della situazione, ma ha anche comportato una reazione da parte di “Autostrade per l’Italia“.
La reazione di Autostrade per l’Italia
Dopo la decisione della Corte d’Appello, “Autostrade per l’Italia” ha deciso di avviare un ricorso in Cassazione, sostenendo che l’interpretazione del danno era eccessiva, contrariamente a quanto sperato. Il ricorso mirava a rivedere l’entità del risarcimento, giudicata troppo gravosa rispetto alle circostanze del caso.
Tuttavia, la Corte di Cassazione ha ribadito la correttezza della valutazione effettuata dai colleghi genovesi, confermando il risarcimento. La sentenza, che rappresenta una tappa fondamentale in questo lungo processo legale, evidenzia non solo il riconoscimento del danno subito dai coniugi, ma anche l’importanza di una maggiore tutela per coloro che vivono in prossimità di infrastrutture stradali ad alto traffico.
Con questo verdetto, l’argomento dell’inquinamento acustico e i suoi effetti sulla salute e sul valore dei beni immobiliari tornano al centro del dibattito, rendendo evidente la necessità di misure concrete per garantire un adeguato equilibrio tra sviluppo infrastrutturale e qualità della vita dei cittadini.