Vittorio Feltri, noto giornalista e direttore, ha recentemente pubblicato il suo primo libro dedicato alla cucina, intitolato “Mangia come scrivi“. In collaborazione con il critico gastronomico Tommaso Farina, Feltri esplora 35 ristoranti situati in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna, proponendo un’accurata selezione di piatti rappresentativi dell’alta cucina del Nord Italia. Il libro si propone di restituire dignità a una tradizione culinaria spesso trascurata in favore delle più celebri cucine del Sud.
La cucina del Nord: un patrimonio da valorizzare
Feltri sottolinea l’importanza di raccontare la cucina del Nord Italia, spesso messa in ombra da quella delle regioni meridionali, come Puglia e Sicilia. Secondo il giornalista, mai nessuno aveva prima d’ora dedicato un’opera a questo tema, e il suo obiettivo è quello di far emergere la qualità e la varietà dei piatti tipici del Nord. “Con Farina scriveremo un altro libro, ‘Le ricette facili del Nord‘, dove selezioneremo insieme i piatti da includere”, ha dichiarato Feltri, evidenziando il suo impegno nel promuovere la gastronomia della sua terra.
Un approccio personale alla cucina
Quando si parla di cucina italiana, Feltri non esita a esprimere il suo punto di vista. “Tutte schifezze”, afferma riguardo ai piatti più noti come pizza e spaghetti al pomodoro, che identificano la cucina italiana nel mondo. Se dovesse scegliere una ricetta rappresentativa, opta per i pizzoccheri, un piatto tipico della Valtellina che ha scoperto durante un servizio giornalistico. La sua esperienza personale con il cibo è piuttosto singolare: “Sono un inappetente”, confessa, rivelando che la sua alimentazione è molto frugale e composta principalmente da uova e latte.
Un’alimentazione particolare e motivazioni etiche
Feltri spiega che la sua scelta di mangiare poco è legata a motivazioni sia sanitarie che etiche. Non mangia pesce a causa delle preoccupazioni riguardo alla contaminazione del mare e non consuma carne per amore verso gli animali. Racconta un aneddoto di quando, da giovane, allevò un topolino che visitava regolarmente la sua casa. “Da bambino, mangiavo quello che passava il convento, ma ho sempre avuto una certa sensibilità verso gli animali”, afferma. Inoltre, ha notato che molti centenari tendono a mangiare poco, un aspetto che ha influenzato il suo approccio alimentare.
La convivialità del ristorante
Nonostante la sua dieta rigorosa, Feltri apprezza molto l’esperienza di mangiare al ristorante. “Andare al ristorante con qualcuno è molto piacevole”, afferma, sottolineando l’importanza della convivialità. I suoi incontri sociali si svolgono spesso in ristoranti, come “Il Baretto” di Milano, dove invita amici e conoscenti. Tra questi, Alberto Stasi, accusato ingiustamente dell’omicidio di Chiara Poggi, è uno dei suoi ospiti abituali. Feltri ha sempre sostenuto la sua innocenza e continua a scrivere di lui.
Ristoranti e ricordi gastronomici
Feltri ricorda con affetto i suoi anni a Bologna, dove ha scoperto una nuova dimensione culinaria. “A mezzogiorno andavo per ristoranti con Giancarlo Mazzuca, e mi sono innamorato dei cappelletti“, racconta. Tra i suoi ristoranti preferiti, menziona “Da Vittorio” a Brusaporto, dove ha avuto il piacere di mangiare in passato. Al “Corriere della Sera“, i suoi luoghi di ritrovo includevano il “Rigolo” e “el Tombon de San Marc“, dove conobbe personaggi illustri come Indro Montanelli.
La cucina di casa e il ruolo della moglie
Feltri conclude parlando della cucina di casa sua, dove non manca mai il cibo per eventuali ospiti, grazie all’abilità della moglie Enoe. “Fa cose egregie, come i sughi per i primi piatti”, afferma, sottolineando l’importanza della condivisione e del buon cibo anche tra le mura domestiche. La sua passione per la cucina e la convivialità emerge chiaramente, rendendo il suo libro non solo una guida gastronomica, ma anche un invito a riscoprire i sapori del Nord Italia.