La Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, istituita nel 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, giunge quest’anno al suo decimo anniversario. Nonostante i passi in avanti nel sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento, le statistiche mostrano che la partecipazione delle donne e delle ragazze nelle discipline scientifiche è ancora inadeguata. La sfida maggiormente presente è quella di affrontare stereotipi e barriere culturali che continuano a limitare le aspirazioni femminili in campo scientifico, evidenziando un’urgente necessità di azioni mirate e campagne di consapevolezza.
La situazione in Italia: un confronto tra genere
In Italia, il panorama delle laureate nelle discipline STEM è preoccupante. Solo il 16,8% delle donne tra i 25 e i 34 anni possiede una laurea nelle materie scientifiche, un numero nettamente inferiore rispetto al 37% dei ragazzi. Questi dati, forniti da Save the Children sulla base del rapporto Istat del 2024, evidenziano un divario considerevole che influisce anche sul mercato del lavoro. Le donne laureate in STEM si trovano a dover affrontare svantaggi significativi in termini di opportunità lavorative e retributive, in particolare nei settori dell’informatica, ingegneria e architettura.
A supporto di questa situazione, un rapporto dell’Agenzia Nazionale per la Valutazione della Ricerca indica che nell’anno accademico 2021-2022 soltanto il 39,9% degli iscritti ai corsi di laurea scientifici era costituito da donne. Questo riflette l’andamento di un fenomeno più ampio a cui è ancora difficile porre rimedio, mostrando che il gap di genere si amplifica non solo nell’accesso ai corsi ma anche nella successiva carriera.
Segnali di cambiamento: la crescita delle donne nelle STEM
Nonostante i dati allarmanti, ci sono segnali positivi che indicano un cambiamento. Tra il 2011 e il 2021, le immatricolazioni femminili nelle materie STEM sono aumentate, con risultati particolarmente incisivi nelle regioni del Nord Italia. In confronto, nel Sud si registrano crescenti immatricolazioni maschili, il che evidenzia un’ulteriore divisione culturale.
I laureati nelle discipline STEM continuano a mostrare una predominanza maschile, con 45.502 uomini contro 28.706 donne. Tuttavia, le donne stanno avviando carriere scientifiche, perlopiù in aumento a livello di dottorato. Secondo Eurostat, la percentuale di donne dottori di ricerca nel campo dell’ingegneria informatica è passata dal 17% nel 2000 al 33% nel 2020. Parallelamente, dati UNESCO aggiornati al 2019 indicano una media mondiale del 33,3% di ricercatrici. Rimane, però, una criticità significativa: il divario salariale, che a livello globale mostra le donne guadagnare circa il 20% in meno degli uomini, toccando il 15% in Italia.
I modelli da seguire nel settore scientifico
Per contrastare la disuguaglianza e incoraggiare le giovani a perseguire carriere scientifiche, emergono figure di successo che rappresentano modelli a cui ispirarsi. Eleonora Bianchi, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, ha recentemente fatto ritorno in Italia da esperienze all’estero grazie a un finanziamento di 1,3 milioni di euro. Questa opportunità le permetterà di gestire un importante progetto sulla formazione di pianeti oltre il Sistema Solare. Un altro esempio è Angelica Fabrello, la quale ha costruito un percorso accademico interamente focalizzato sulle STEM e attualmente lavora come product manager presso Exprivia, contribuendo allo sviluppo di piattaforme per la telemedicina.
Le iniziative in Italia per promuovere la scienza tra le ragazze
Per celebrare la Giornata internazionale, diverse iniziative vengono promosse in tutta Italia. L’Istituto Nazionale di Astrofisica offre eventi sia fisici che virtuali, permettendo al pubblico di interagire direttamente con le ricercatrici. Speciali dirette social metteranno in evidenza il contributo femminile nella ricerca scientifica, mentre manifestazioni locali si svolgeranno in varie sedi, da Roma a Palermo, Genova, Milano e Napoli, cercando di coinvolgere attivamente il pubblico giovane.
I progetti promossi dagli enti scientifici locali, come l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e il Consiglio Nazionale delle Ricerche, includono dibattiti e laboratori che mirano a sensibilizzare gli studenti sull’importanza delle materie scientifiche, affrontando anche le problematiche legate agli stereotipi di genere. Anche le università partecipano attivamente: dall’Università di Bergamo, sensibilizzando sul divario di genere, all’Università di Milano-Bicocca, che propone eventi dedicati alle donne nei settori scientifici.
Queste iniziative rappresentano uno sforzo collettivo per promuovere un ambiente più inclusivo nelle scienze e per ispirare le ragazze a intraprendere carriere scientifiche, contribuendo così a ridurre le distanze di genere in un campo critico per il futuro del progresso scientifico e tecnologico.