Festival Soul a Milano: un viaggio nella fiducia attraverso eventi e riflessioni

Dal 19 al 23 marzo 2025, Milano ospita il Festival Soul con 90 relatori e eventi su spiritualità e fiducia, inaugurato dallo scrittore David Grossman all’Università Cattolica.
Festival Soul A Milano: Un Viaggio Nella Fiducia Attraverso Eventi E Riflessioni Festival Soul A Milano: Un Viaggio Nella Fiducia Attraverso Eventi E Riflessioni
Festival Soul a Milano: un viaggio nella fiducia attraverso eventi e riflessioni - unita.tv

Dal 19 al 23 marzo, Milano ospita il Festival Soul, un’importante manifestazione dedicata alla spiritualità e alla riflessione sulla fiducia. Con un programma ricco di eventi, il festival coinvolge 90 relatori in 60 appuntamenti, offrendo un’opportunità unica di confronto su temi che spaziano dalla cultura all’economia, dalle tradizioni religiose alle nuove tecnologie. L’apertura è affidata allo scrittore israeliano David Grossman, che interverrà mercoledì 19 marzo alle 18 nell’Aula Magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Le location principali includono il castello Sforzesco e il Duomo, luoghi emblematici che faranno da sfondo a meditazioni e dibattiti.

La trama della fiducia

La manifestazione si propone di esplorare il concetto di fiducia, considerato fondamentale per le relazioni tra individui e comunità. Nella presentazione del festival si legge: «Praticare la fiducia, anche quando la parola suona compromessa, significa credere che una trama ci sorregga». Questo tema è al centro di un dialogo tra l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Arcidiocesi di Milano, che hanno collaborato per organizzare l’evento. La fiducia viene vista come un elemento essenziale per costruire legami significativi tra le persone, in un contesto sociale sempre più complesso e sfidante.

La fiducia nel Gioco della sabbia

Uno degli eventi chiave del festival è l’incontro con la psicanalista Eva Pattis Zoja, che si terrà venerdì 21 marzo alle 20.30 presso la Fondazione Feltrinelli. Durante l’appuntamento, Pattis Zoja presenterà il suo lavoro sul Gioco della sabbia, una tecnica terapeutica che aiuta bambini e adolescenti a esprimere traumi causati da eventi drammatici come guerre e calamità naturali. Il Gioco della sabbia, attraverso l’uso di miniature e un ambiente protetto, permette ai giovani di comunicare esperienze difficili senza l’uso delle parole, creando un contesto di fiducia fondamentale per la loro rielaborazione emotiva.

Il ruolo dell’adulto nel processo terapeutico

Pattis Zoja sottolinea l’importanza della presenza di un adulto durante il Gioco della sabbia. Questo adulto, che può essere un terapeuta o un volontario, non deve necessariamente intervenire verbalmente, ma deve essere un punto di riferimento empatico per il bambino. La sua presenza rassicurante consente al giovane di esplorare liberamente le proprie emozioni e di esprimere traumi che altrimenti rimarrebbero inespresso. Questo approccio mira a creare un ambiente sicuro dove il bambino possa sentirsi libero di giocare e rielaborare le proprie esperienze.

La sabbia come strumento di espressione

La sabbia, materiale versatile e familiare per i bambini, svolge un ruolo cruciale nel processo terapeutico. Pattis Zoja spiega che la manipolazione della sabbia non solo stimola la creatività, ma aiuta anche a sciogliere le tensioni accumulate. Ogni bambino può scegliere come interagire con la sabbia e le miniature, creando un rituale personale che facilita la liberazione di emozioni represse. Anche se alcuni bambini possono ripetere le stesse azioni, ogni sessione rappresenta un passo verso la rielaborazione del trauma, dimostrando la potenza del gioco come strumento terapeutico.

La fiducia e il trauma

La fiducia è un tema centrale nel lavoro di Pattis Zoja, che evidenzia come i traumi possano compromettere la capacità di una persona di fidarsi degli altri e di se stessa. La psicanalista spiega che, per le persone che hanno vissuto esperienze traumatiche, ogni aspetto della vita può risultare spaventoso. La terapia con i bambini, attraverso il Gioco della sabbia, offre un modo per ricostruire questa fiducia, permettendo loro di esplorare il mondo in un contesto sicuro e controllato.

L’eredità del Covid tra gli adolescenti

Cinque anni dopo l’inizio della pandemia, Pattis Zoja osserva che gli adulti tendono a evitare di affrontare il trauma legato al Covid, mentre gli adolescenti, che hanno vissuto momenti difficili durante il lockdown, desiderano parlarne. La terapeuta sottolinea l’importanza di dare voce a queste esperienze, affinché i giovani possano rielaborare il loro vissuto. In alcune località, come in Alto Adige, sono stati organizzati eventi teatrali per consentire agli adolescenti di esprimere il loro disagio, dimostrando che la fiducia nel narrare le proprie storie è un passo fondamentale verso la guarigione.