Tra il 12 febbraio e il 22 febbraio del 2005, oltre sette mila portali color zafferano hanno trasformato Central Park in un’opera d’arte monumentale, ‘The Gates’, creata da Christo e Jeanne-Claude. Questa installazione, che si snodava per 37 chilometri nel parco, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte pubblica a New York. Vent’anni dopo, il ricordo di quest’opera straordinaria rivive attraverso la realtà aumentata e una mostra dedicata ai progetti mai realizzati nella Grande Mela.
La realtà aumentata riporta in vita ‘The Gates’
Grazie all’app Bloomberg Connects, l’immagine di ‘The Gates’ torna, accompagnata dalla bellezza di Central Park, attraverso un’esperienza immersiva. L’installazione virtuale è accessibile all’altezza della 72/a strada e Cherry Hill, permettendo a visitatori e residenti di rivivere il fascino di quell’evento artistico. Allo stesso tempo, The Shed, nel quartiere Hudson Yards, ospita la mostra ‘Christo and Jeanne-Claude: The Gates and Unrealized Projects for New York City’, curata da Pascal Roulin e realizzata in collaborazione con la Christo and Jeanne-Claude Foundation.
Questa esposizione si divide in due sezioni: la prima parte include disegni, modelli e componenti dell’illustre installazione, mentre la seconda presenta una selezione di proposte che la coppia di artisti ideò per New York, ma che non giunsero mai a realizzazione. New York è stata la casa di Christo e Jeanne-Claude dal 1964 fino ai loro decessi, avvenuti rispettivamente nel 2020 e nel 2009.
Un’installazione che ha cambiato il volto di New York
Fino al 23 marzo, la realtà aumentata offre l’opportunità di passeggiare per Central Park, circondati dai tessuti colorati dei portali, in un contesto innevato simile a quello del 2005. I visitatori possono osservare le dimensioni straordinarie dei portali, alti quasi cinque metri e larghi fino a 5,5 metri, installati grazie al lavoro di centinaia di collaboratori. L’iter di approvazione dell’opera è stato lungo, impiegando ben 26 anni prima di ottenere il via libera dall’allora sindaco Michael Bloomberg. Durante una conferenza stampa, Patti Harris, CEO di Bloomberg Philanthropies, ha condiviso che ‘The Gates’ ha attirato milioni di persone, generando un indotto economico di 250 milioni di dollari.
L’opera è stata percepita anche come una rinascita per New York dopo gli eventi tragici dell’11 settembre. Per un periodo, le notizie sulla città si sono distaccate dalla tragedia, spostando l’attenzione su un episodio di grande valore artistico e culturale.
I progetti non realizzati di Christo e Jeanne-Claude
La mostra a The Shed non solo celebra ‘The Gates’, ma offre anche uno sguardo alla visione più ampia di Christo e Jeanne-Claude, che si sono sempre contraddistinti per la loro audace immaginazione. Diversi progetti per New York sono emersi nel corso degli anni, tra cui l’idea di imballare alcuni luoghi iconici come il Madison Square Garden e il Whitney Museum. Un’altra proposta interessante riguardava il MoMa e One Times Square, che avrebbero dovuto subire una metamorfosi solo temporanea ma d’impatto.
Anche se alcune delle loro idee non furono mai realizzate, Christo e Jeanne-Claude sono stati in grado di portare le loro visioni in altre parti del mondo. Un esempio significativo è il Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1968, dove la Fontana di piazza del Mercato e il Fortilizio dei Mulini furono imballati. Altre installazioni si sono anche svolte in città italiane, come Milano con il Monumento a Vittorio Emanuele II nel 1970 e Roma, dove nel 1974 fu imballata Porta Pinciana.
La loro eredità continua a vivere, non solo attraverso le opere già realizzate, ma anche grazie all’interesse per i progetti rimasti nel cassetto, offrendo spunti di riflessione su quanto l’arte possa influenzare e trasformare il paesaggio urbano.