Il Friuli Venezia Giulia si prepara a celebrare un evento di grande rilevanza culturale: Nova Gorica e Gorizia sono state designate Capitale europea della cultura per il 2025. Questo evento rappresenta un importante passo avanti nello sviluppo culturale della regione, unendo non solo due città, ma anche due nazioni, Italia e Slovenia. Tuttavia, è fondamentale non dimenticare le cicatrici della storia, come le divisioni create dalla Cortina di ferro che hanno segnato profondamente la vita delle persone in questi territori.
La cultura come ponte tra Italia e Slovenia
La scelta di Nova Gorica e Gorizia come Capitale europea della cultura nel 2025 segna una svolta significativa. Per la prima volta, un evento di questa portata è transfrontaliero, favorendo un dialogo profondo tra due comunità, quella italiana e quella slovena. L’iniziativa è parte di un programma più ampio, intitolato “Un viaggio da fare 2025. Friuli Venezia Giulia e GO!2025 verso una cultura di frontiera“, curato da Massimiliano Finazzer Flory. Questo progetto mira a valorizzare non solo le manifestazioni artistiche, ma anche a stimolare un confronto sincero sulla storia e sulla cultura del territorio.
Il vicegovernatore e assessore alla Cultura, Mario Anzil, durante la presentazione del libro “Le foibe spiegate ai ragazzi” di Greta Sclaunich, ha enfatizzato l’importanza di questo evento come opportunità per mettere in luce non solo le conquiste culturali, ma anche il passato complesso di Gorizia. Si tratta di un percorso volto a unire le comunità, incentivando la partecipazione attiva dei cittadini e arricchendo il dialogo interculturale.
Un passato drammatico da non dimenticare
Il passato di Gorizia è caratterizzato da momenti drammatici e dolorosi, in particolare legati agli eventi della Seconda guerra mondiale e alle conseguenze della divisione imposta dalla Cortina di ferro. Anzil ha richiamato l’attenzione sulla sofferenza di coloro che furono costretti a lasciare le loro case, trascinati dalla paura e dalla violenza. Molti fuggirono portando con sé solo pochi effetti personali, mentre altri non ebbero nemmeno la possibilità di scappare.
Questa parte della storia è stata a lungo trascurata, ma è ora necessario dar voce a questi eventi e trasmettere la loro memoria anche alle nuove generazioni. Riconoscere il dolore passato è un passo essenziale per costruire un futuro basato sulla comprensione e sull’accettazione reciproca. La narrazione delle esperienze tragiche vissute dalle persone in questo periodo è fondamentale per evitare che tali atrocità possano ripetersi.
Verso un futuro di pace e amicizia
Guardare al futuro non implica dimenticare il passato, ma piuttosto comprenderlo per costruire delle basi più solide. Anzil ha concluso sottolineando che Gorizia e Nova Gorica devono essere viste come simboli di speranza. Queste città, unite nella loro diversità, rappresentano la possibilità di un domani diverso, dove pace e amicizia possano prevalere.
La celebrazione della cultura congiunta nel 2025 diventa quindi non solo un momento di festa, ma anche un’opportunità per far emergere memorie, rielaborare storie e costruire un’identità condivisa. È fondamentale lavorare insieme per costruire legami più forti tra le comunità, promuovendo una cultura di rispetto e apertura. L’incontro tra le diverse tradizioni è il punto di partenza per un futuro caratterizzato da relazioni armoniose e cooperative.