Tra le colline dolomitiche e il torrente Fersina, la città di Trento ha rivelato una parte fondamentale della sua storia antica. Durante i lavori di restauro e riqualificazione di un edificio storico in via Santa Croce, archeologi della Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Provincia di Trento hanno scoperto una necropoli monumentale di epoca preromana. Questo ritrovamento non solo offre un’opportunità per approfondire la conoscenza di antiche civiltà, ma riaccende l’interesse per il patrimonio archeologico della regione.
Il contesto archeologico della necropoli
La necropoli, risalente al primo millennio avanti Cristo, si trova all’interno di un’area che, in epoche antiche, era parte dell’alveo di piena del torrente Fersina. Gli archeologi ipotizzano che la presenza di questo corso d’acqua abbia giocato un ruolo cruciale nella conservazione del sito, intrappolato sotto strati di detriti alluvionali. La sua scoperta è avvenuta in un contesto in cui le testimonianze storiche erano per lo più sconosciute, rendendo questo ritrovamento ancor più significativo per la comprensione delle comunità che abitavano la zona.
Il sito ha già fornito informazioni preziose sulla società che vi abitava, con una stratificazione temporale che evidenzia più fasi di uso durante la prima Età del ferro, tra il nono e il quarto secolo a.C. Ogni tomba offre un racconto unico, e le stele funerarie verticali, alcune delle quali raggiungono i 2,4 metri di altezza, si dispongono in file regolari orientate in direzione Nord-Sud, formando un’architettura funebre intrisa di ritualità.
Caratteristiche e reperti della necropoli
Una delle curiosità più affascinanti di questa necropoli è il modo in cui le tombe sono organizzate. Ogni stele funge da limite alla tomba principale, attorno alla quale si trovano le tombe satellite. I corredi funerari rinvenuti sono particolarmente ricchi e vari, includendo reperti in metallo, come armi e articoli ornamentali, che segnalano l’esistenza di scambi culturali e commerciali con i popoli italici. La varietà e il valore dei materiali trovati offrono un importante spaccato sulla vita socio-economica degli antichi abitanti della conca trentina.
Secondo il soprintendente Franco Marzatico, “nell’archeologia in corso di scavo abbiamo la possibilità di riconoscere l’élite di una società che evidentemente era insediata nella conca di Trento“. Questi elementi rimarcano l’importanza del potere e del prestigio all’interno delle comunità. L’utilizzo di oggetti simbolici e rappresentativi del proprio status indica un’organizzazione sociale complessa e stratificata.
Ricerche in corso e futuro del sito
Attualmente, la necropoli si trova a una profondità di circa otto metri rispetto al livello di via Santa Croce. Questa posizione la colloca anche al di sotto delle strati medievali e romani, permettendo così una visione più chiara della successione storica della regione. Le ricerche archeologiche sono ancora in pieno svolgimento, e sono già state documentate circa duecento tombe. Gli specialisti ritengono che il numero effettivo di sepolture presenti nel sottosuolo potrebbe essere ancora maggiore.
Uno studio scientifico accurato sarà condotto da un’équipe di ricerca interdisciplinare, composta da esperti provenienti da diverse istituzioni italiane e internazionali. Questo approccio multidisciplinare è fondamentale per analizzare i dati raccolti e garantire che il patrimonio storico venga valorizzato e preservato, permettendo così alle future generazioni di scoprire e apprezzare la ricchezza culturale di questo prezioso sito.