L’analisi condotta dall’Associazione Italiana Gestori di Locazioni Brevi ha rivelato un significativo calo degli annunci di affitti brevi in Italia nei primi mesi del 2025. Con un abbassamento di circa 8.400 unità, il settore sembra affrontare sfide importanti, in particolare nelle grandi città come Firenze, Milano e Roma. Le nuove normative introdotte dal Ministero del Turismo, unite a fattori economici, stanno influenzando le scelte dei proprietari e dei turisti.
Il calo degli annunci di affitti brevi
Secondo i dati forniti da Aigab, il numero totale di annunci online per affitti brevi è sceso da 75.000 a 66.600 tra gennaio e febbraio 2025, registrando una diminuzione del 11%. Firenze ha subito il colpo più duro, con una flessione del 20%. Anche Milano e Roma non sono esenti da questo trend negativo, con cali rispettivi dell’8% e del 9%. Questi dati indicano un cambiamento significativo nel mercato degli affitti brevi, che ha visto una crescita costante negli anni precedenti.
Le nuove regole, tra cui l’introduzione del Codice Identificativo Nazionale , hanno avuto un impatto diretto sulla disponibilità degli annunci. Marco Celani, presidente di Aigab, ha sottolineato che l’incertezza economica sta influenzando le decisioni di prenotazione dei turisti, in particolare quelli stranieri, che tendono a prenotare meno o a farlo all’ultimo momento. Questo ha portato molti proprietari a ridurre i prezzi o a rendere inattivi temporaneamente i loro annunci.
Le nuove normative e le loro conseguenze
Le recenti disposizioni normative richiedono che ogni immobile destinato agli affitti brevi sia dotato di un Cin. Attualmente, su un totale di 612.758 strutture registrate, solo 520.848 sono conformi, il che rappresenta l’85% del totale. Questo 15% mancante è in linea con la diminuzione degli annunci online e riflette un contesto più ampio: su circa 9,6 milioni di seconde case non utilizzate in Italia, solo 496.000 sono attualmente disponibili per affitti brevi, corrispondente all’1,4% del totale delle abitazioni e al 5,2% delle case inutilizzate.
Molti proprietari, pur avendo deciso di affittare le loro seconde case, si trovano scoraggiati dalle normative di sicurezza e dai costi necessari per adeguarsi, come l’acquisto di estintori e rilevatori di monossido di carbonio. Celani ha evidenziato che questo aspetto ha contribuito al calo degli annunci, con molti proprietari che abbandonano il mercato a causa delle difficoltà economiche e temporali legate all’adeguamento alle nuove regole.
La domanda turistica e le prospettive future
La domanda di affitti brevi è in calo, specialmente da parte dei turisti stranieri. Ad esempio, la Germania sta affrontando una recessione per il secondo anno consecutivo, e le politiche commerciali statunitensi stanno influenzando le scelte di viaggio degli americani, tradizionalmente una clientela solida per il mercato italiano. Si prevede che a Roma, nel giro di sei mesi, la domanda possa scendere fino al 10%.
Tuttavia, nonostante la contrazione degli annunci, non si può considerare questo fenomeno come un segnale di crisi per il mercato degli affitti brevi. Celani è fiducioso che molti degli annunci disattivati possano riemergere con l’avvicinarsi della stagione estiva. Al contempo, alcuni proprietari, scoraggiati dai calendari vuoti, potrebbero decidere di orientarsi verso mercati più stabili. Infatti, gli affitti a lungo termine, con contratti 4+4, hanno registrato una crescita del 16% a febbraio, mentre anche gli affitti transitori stanno guadagnando terreno.
La questione delle keybox e le nuove regole di accoglienza
Un altro aspetto controverso riguarda l’obbligo, introdotto a novembre 2024, per i proprietari e i gestori di accoglienza di identificare i turisti di persona. Questo ha portato alla rimozione delle keybox, le scatole per le chiavi degli appartamenti, che sono state oggetto di contestazione da parte di vari Comuni. La rimozione di questi strumenti, che consentivano un accesso autonomo agli appartamenti, ha creato malcontento tra i proprietari e i gestori.
Per affrontare queste problematiche, è previsto un incontro tra il Ministero del Turismo e le associazioni di categoria, programmato per il 20 marzo, per discutere soluzioni tecnologiche che possano garantire l’identificazione dei clienti, anche a distanza, senza compromettere la sicurezza e la praticità dell’accoglienza.