Il settore del legno e dell’arredamento in Sardegna rappresenta una fetta significativa dell’economia locale, con un fatturato che si avvicina ai 419 milioni di euro, pari all’1,3% del prodotto interno lordo regionale. Tuttavia, il comparto sta attraversando momenti difficili, segnati da una significativa contrazione delle esportazioni e da una crescente scarsità di manodopera qualificata. L’analisi del settore è stata effettuata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, con dati forniti dall’ISTAT.
Il panorama delle imprese del legno e arredo
La filiera del legno e dell’arredamento in Sardegna comprende una varietà di operatori, tra cui produttori e riparatori di mobili, tappezzieri, falegnami e realizzatori di oggetti in legno e sughero. Questo ampio gruppo di professionisti non solo soddisfa le esigenze della clientela privata, ma offre anche servizi per la pubblica amministrazione e le comunità. La Sardegna conta attualmente 856 imprese attive in questo settore, di cui 720 sono artigiane, corrispondenti all’83,9% del totale. Queste aziende forniscono opportunità lavorative a 2.156 persone, un numero significativo che include 1.563 artigiani, ovvero il 61,3% del totale degli occupati nel comparto.
In dettaglio, 748 delle imprese sono impegnate nel settore legno, di queste, 624 operano come artigiane. Per quanto riguarda l’arredo, ci sono 108 realtà, di cui 96 sono artigiane. Interessante notare la distribuzione provinciale delle imprese: in Sardegna del Nord, tra Sassari e Gallura, troviamo il maggior numero di attività, con 355 imprese, di cui 180 artigiane. Segue il Sud Sardegna con 151 imprese e 383 occupati, mentre l’area di Cagliari vanta 134 attività, con 102 realtà di stampo artigianale e 380 occupati. Nuoro e Oristano completano il quadro con 124 e 92 aziende rispettivamente, con una prevalenza di attività artigiane.
Le sfide dell’export e il mercato estero
Sul fronte dell’export, il comparto del legno e dell’arredamento sardo affronta pesanti sfide. Nel 2024, le esportazioni sono calate di ben il 9,6% rispetto all’anno precedente. La Francia emerge come il principale mercato estero per i prodotti sardi, seguita dagli Stati Uniti, dalla Germania e dal Regno Unito. La diminuzione degli ordini potrebbe essere interpretata come un campanello d’allarme, ma rappresenta anche un’opportunità per ristrutturare e rinnovare le strategie commerciali, mirando a mercati alternativi e rafforzando la propria presenza all’estero.
Investimenti e innovazione tecnologica
Riguardo agli investimenti, il 67,3% delle imprese afferma di aver intrapreso un percorso di digitalizzazione, mentre il 34,3% ha implementato piani integrati di investimento per trasformare i prodotti attraverso tecnologie digitali. Questo trend verso il digitale è essenziale per migliorare le capacità produttive e per adattarsi alle nuove esigenze del mercato. Un altro aspetto importante è l’attenzione verso l’ambiente: il 41,3% delle aziende ha investito in tecnologie sostenibili e prodotti a minor impatto ecologico. Si evidenzia, inoltre, che l’78,1% degli imprenditori vede la necessità di formare i propri addetti sulle competenze green, chiara indicazione della direzione che il settore intende prendere verso un futuro più sostenibile.
Le valutazioni del presidente di Confartigianato
Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Sardegna, commenta la situazione attuale del settore, evidenziando che, nonostante la flessione fisiologica degli ordini, i momenti difficili possono anche rivelarsi occasioni per innovare e sfruttare al meglio le risorse disponibili. Le incertezze a livello economico internazionale pesano su numerose piccole e medie imprese artigiane, le quali sono specializzate nella produzione di mobili, serramenti e arredi su misura. Meloni incoraggia a non lasciarsi scoraggiare, ribadendo la qualità e la competenza degli artigiani sardi, le quali continueranno a essere una risorsa distintiva per soddisfare le richieste del mercato.