Oltre 50 Paesi in trattativa con Trump sui nuovi dazi: il quadro internazionale si complica

Le tariffe del 10% imposte da Donald Trump hanno spinto oltre 50 nazioni a cercare dialogo con la Casa Bianca, mentre Benjamin Netanyahu si prepara a discutere le misure durante un incontro a Washington.
Oltre 50 Paesi In Trattativa Con Trump Sui Nuovi Dazi: Il Quadro Internazionale Si Complica Oltre 50 Paesi In Trattativa Con Trump Sui Nuovi Dazi: Il Quadro Internazionale Si Complica
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La questione dei dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha sollevato un’ondata di reazioni a livello globale. Più di 50 nazioni si sono mobilitate per avviare negoziati con la Casa Bianca, in seguito all’entrata in vigore delle tariffe del 10% e all’imminente attivazione di aliquote più elevate, che colpiranno anche l’Unione Europea e l’Italia. La situazione si fa sempre più complessa, con segnali contrastanti provenienti da Washington riguardo alla volontà di Trump di rivedere o meno queste misure.

La risposta internazionale ai dazi di Trump

Negli ultimi giorni, la Casa Bianca ha ricevuto numerose chiamate da parte di rappresentanti di oltre 50 Paesi, desiderosi di discutere le nuove tariffe. Kevin Hassett, direttore del National Economic Council, ha confermato che la richiesta di dialogo è stata forte e chiara. Anche Brooke Rollins, segretaria all’Agricoltura, ha sottolineato l’importanza di queste comunicazioni, affermando che “cinquanta Paesi stanno infiammando le linee della Casa Bianca“. Questo fervore diplomatico non sorprende, poiché molti Stati comprendono che saranno loro a sopportare il peso delle tariffe imposte.

Le tariffe, che sono state annunciate come misure per proteggere l’industria americana, potrebbero avere ripercussioni significative sulle economie di questi Paesi. Hassett ha evidenziato che la situazione attuale richiede una risposta coordinata, poiché le nazioni coinvolte si trovano a dover affrontare un aumento dei costi per le importazioni e una possibile ritorsione da parte degli Stati Uniti.

La posizione della Casa Bianca sui dazi

Nonostante le pressioni internazionali, la Casa Bianca sembra determinata a mantenere in vigore le tariffe. Howard Lutnick, segretario al Commercio, ha dichiarato in un’intervista che i dazi “di base” al 10% rimarranno in vigore “per giorni e settimane”. Questa posizione è stata ribadita anche in risposta a domande specifiche riguardo alla possibilità di una revisione delle misure. Lutnick ha affermato che Trump intende “resettare il commercio globale”, suggerendo che le tariffe sono parte di una strategia più ampia.

La Casa Bianca, quindi, non sembra intenzionata a fare marcia indietro nel breve termine. Le dichiarazioni di Lutnick indicano una ferma volontà di proteggere le aziende americane, anche a costo di tensioni con i partner commerciali. Questo approccio potrebbe portare a un inasprimento delle relazioni commerciali e a una maggiore instabilità economica a livello globale.

Netanyahu e il confronto con Trump

In un contesto di crescente tensione commerciale, il premier israeliano Benjamin Netanyahu si prepara a incontrare Trump a Washington. Durante questo incontro, i dazi saranno uno dei temi chiave, insieme a questioni di sicurezza e cooperazione militare. Netanyahu ha espresso la sua intenzione di discutere non solo dei dazi imposti su Israele, che ammontano al 17%, ma anche di questioni più ampie riguardanti la sicurezza nella regione.

Il premier israeliano avrà incontri con diversi membri dell’amministrazione Trump, incluso il segretario Lutnick e l’inviato speciale per il Medio Oriente, Steve Witkoff. La visita di Netanyahu rappresenta un’opportunità per Israele di cercare un dialogo diretto con gli Stati Uniti, in un momento in cui le relazioni commerciali sono messe alla prova dalle nuove politiche tariffarie.

L’Unione Europea si prepara a rispondere

Mentre gli Stati Uniti si preparano a discutere con Israele, l’Unione Europea sta elaborando una strategia per affrontare la situazione. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha ribadito la disponibilità dell’UE a impegnarsi in negoziati con gli Stati Uniti. Tuttavia, ha anche espresso preoccupazione per il potenziale impatto negativo dei dazi sulle economie globali, in particolare su quelle delle nazioni più vulnerabili.

Von der Leyen ha sottolineato che l’Unione Europea è pronta a difendere i propri interessi attraverso contromisure proporzionate, se necessario. Questa posizione indica che l’UE non intende rimanere passiva di fronte alle nuove misure tariffarie e che è pronta a reagire per tutelare le proprie economie e i propri cittadini.

La situazione rimane fluida e le prossime settimane saranno decisive per comprendere come si evolveranno le relazioni commerciali tra gli Stati Uniti e il resto del mondo.

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