La situazione a Gaza è tornata a essere drammatica, con bombardamenti che hanno colpito le aree già devastate dalla guerra. Le testimonianze dei residenti rivelano un quadro angosciante, in cui la speranza di ricostruire una vita normale è stata spazzata via. Le parole di Sami Abuomar, operatore umanitario, descrivono un contesto di paura e sofferenza, mentre la comunità cerca di affrontare l’ennesima crisi.
La testimonianza di Sami Abuomar
Sami Abuomar, un operatore umanitario di Gaza, ha condiviso la sua esperienza in un’intervista telefonica. “Nessuno immaginava di poter tornare a questo punto, di essere di nuovo sotto le bombe”, ha dichiarato. Le sue parole esprimono la frustrazione e la paura della popolazione, costretta a rivivere incubi già vissuti. “La gente ha paura di cominciare tutto da capo”, ha aggiunto, sottolineando il dramma di chi ha appena cercato di ricostruire le proprie vite dopo un lungo periodo di tregua.
La notte scorsa, intorno alle 2, i bombardamenti hanno ripreso con violenza, senza preavviso. “Più di 100 aree sono state colpite, il numero dei morti sta salendo di minuto in minuto”, ha riferito Sami. Questi eventi segnano un ritorno alla violenza che la popolazione temeva di dover affrontare di nuovo.
Scene di caos e disperazione
Le immagini di Gaza sono strazianti: un carretto trainato da un cavallo si ribalta, portando con sé decine di feriti. La corsa per la sopravvivenza si trasforma in un dramma collettivo, con uomini e donne che cercano disperatamente i propri cari tra le macerie. Un padre corre con la figlia neonata in braccio, mentre un altro uomo, in lacrime, cerca la propria figlia tra i corpi coperti da sudari bianchi nell’ospedale di Khan Younis.
La scena all’ospedale è di un caos totale: centinaia di persone si affollano, alcuni portano i feriti, altri cercano i propri cari, mentre molti si rifugiano all’interno sperando di trovare un luogo più sicuro. La situazione è insostenibile e la paura di non farcela è palpabile.
Le nuove offensive israeliane
La ripresa dei bombardamenti da parte di Israele ha colto di sorpresa la popolazione, che stava cercando di riprendere in mano le proprie vite dopo settimane di tregua. Le forze israeliane hanno emesso ordini di sgombero per diverse aree, definendole “pericolose” e invitando i civili a spostarsi verso Gaza City o Khan Younis. Tuttavia, la realtà è che anche queste zone sono state colpite dai bombardamenti.
Sami Abuomar, attualmente a Khan Younis con la sua famiglia, ha evidenziato l’assurdità della situazione: “Stamattina hanno bombardato anche qui, dove dovremmo andare?” La mancanza di un rifugio sicuro rende la vita quotidiana insostenibile.
La crisi umanitaria in corso
Oltre alla violenza, Gaza sta affrontando una crisi umanitaria senza precedenti. Il valico di Rafah, che in passato permetteva l’uscita di palestinesi malati o feriti verso Il Cairo, è stato chiuso. Le persone che sono riuscite a sopravvivere ai bombardamenti ora si trovano a dover affrontare la mancanza di cibo, acqua e medicine. Da 17 giorni, Israele ha negato l’accesso agli aiuti umanitari, aggravando ulteriormente la situazione.
“Al mercato non si trova niente”, ha affermato Sami, descrivendo una realtà in cui la popolazione è costretta a vivere in condizioni estreme. La paura di dover ricominciare tutto da capo si fa sempre più concreta, mentre la comunità gazawi si trova a fronteggiare una crisi che sembra non avere fine.