La guerra in Ucraina continua a mietere vittime e a generare distruzione, con attacchi aerei che colpiscono indiscriminatamente le strutture civili e militari. I recenti sviluppi, tra cui la telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin, hanno portato a un’intensificazione dei raid russi, mentre si avvicinano i colloqui di pace in Arabia Saudita. La situazione rimane tesa, con il governo ucraino che cerca di difendere il proprio territorio e la popolazione civile.
Attacchi aerei e vittime civili
Nella giornata di ieri, almeno sette civili hanno perso la vita a causa dei bombardamenti russi in diverse città ucraine, tra cui Zaporizhzhia, Sumy e Odessa. Gli attacchi hanno colpito anche aree lungo la linea del fronte nel Donbass, evidenziando la continua escalation del conflitto. L’aviazione ucraina ha risposto colpendo un posto di comando nella regione russa di Belgorod, segnando un ulteriore sviluppo nella guerra. Secondo le dichiarazioni dello stato maggiore ucraino, sono stati abbattuti circa 100 dei 173 droni russi lanciati in un periodo di 24 ore. Dall’altra parte, Mosca ha affermato di aver neutralizzato una cinquantina di droni ucraini, dimostrando la ferocia e la complessità dei combattimenti in corso.
Colloqui di pace in Arabia Saudita
Domani inizieranno i colloqui tra le delegazioni americana, russa e ucraina in Arabia Saudita, con l’obiettivo di discutere un possibile cessate il fuoco limitato alle strutture energetiche dei due Paesi. Questa iniziativa si presenta come una sfida significativa, poiché è necessario definire quali strutture siano da considerare. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha presentato una lista “allargata” di obiettivi, mentre Putin ha richiesto che non vengano colpite le raffinerie, i depositi di gas e le infrastrutture che supportano l’export energetico russo. Un aspetto cruciale sarà la definizione di un sistema di monitoraggio della tregua, con l’intelligence americana che potrebbe giocare un ruolo fondamentale. Tuttavia, gli attacchi continuano senza sosta, rendendo incerta la possibilità di una vera e propria cessazione delle ostilità.
La situazione sul campo di battaglia
Nonostante i tentativi di avviare colloqui di pace, la situazione sul campo di battaglia rimane critica. Il 19 marzo, le forze russe hanno lanciato un attacco con missili balistici Iskander e droni, colpendo anche una clinica a Krasnopilia. Gli ucraini, in risposta, hanno attaccato un grande deposito di greggio a Krasnodar, strategico per l’export energetico. La notte successiva, i russi hanno intensificato i bombardamenti, utilizzando 171 droni Shahed nella zona di Kropyvnytskyi, colpendo anche altre città del Donbass come Kramatorsk e Sloviansk. Le autorità ucraine hanno riportato danni e vittime tra i civili, ma non sono state fornite informazioni sui soldati coinvolti negli scontri.
L’assenza di una tregua
Nonostante le promesse di un cessate il fuoco “parziale” da parte di Trump, la realtà sul terreno è ben diversa. I combattimenti continuano a intensificarsi, con Putin che ha annunciato misure severe contro gli abitanti delle regioni ucraine occupate che non adotteranno la cittadinanza russa entro il 10 settembre. I portavoce presidenziali a Kiev hanno diffuso un video della visita di Zelensky alle unità militari impegnate a Pokrovsk, dove si sono verificati numerosi scontri. Il presidente ha espresso gratitudine a chi combatte per l’Ucraina, senza però menzionare la possibilità di una tregua imminente. La determinazione a resistere rimane la parola d’ordine, mentre la popolazione continua a subire le conseguenze di un conflitto che sembra non avere fine.
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