Calamità naturale in Veneto: approvata la misura per l’emergenza Granchio Blu nel 2024

La Giunta Regionale del Veneto dichiara lo stato di calamità naturale per affrontare l’emergenza causata dal Granchio Blu, che minaccia gravemente pesca e acquacoltura nelle coste venete.
Calamità naturale in Veneto: approvata la misura per l’emergenza Granchio Blu nel 2024 Calamità naturale in Veneto: approvata la misura per l’emergenza Granchio Blu nel 2024

L’azione della Giunta Regionale del Veneto si fa sentire con l’approvazione di una proposta di dichiarazione di calamità naturale, in risposta all’emergenza causata dalla proliferazione del Granchio Blu, scientificamente noto come Callinectes sapidus. Questa iniziativa evidenzia l’urgenza di affrontare un problema che ha colpito pesantemente le coste venete e le attività di pesca e acquacoltura.

Le aree più colpite dall’emergenza

La delibera approvata dalla Giunta ha incluso una dettagliata relazione tecnica, che elenca le zone maggiormente colpite dalla presenza invasiva del Granchio Blu. Le aree interessate comprendono la Laguna di Caorle e Bibione, che fanno parte dei comuni di Caorle e San Michele al Tagliamento, mentre la Laguna del Mort ricade sotto la giurisdizione di Eraclea. Anche la storica Laguna di Venezia, che include i comuni di Campagna Lupia, Cavallino Treporti, Chioggia, Codevigo, Jesolo, Mira, Quarto d’Altino e Venezia, è stata segnalata come gravemente afflitta.

Non si limitano a queste località le zone in difficoltà. Il Delta del Po, con le sue lagune e sacche nei comuni di Porto Tolle, Porto Viro e Rosolina, ha dovuto fare i conti con la stessa problematica. Inoltre, le aree marittime che si trovano all’esterno della fascia costiera sono anch’esse state incluse nel rapporto, evidenziando l’ampiezza del fenomeno.

I dati dell’emergenza: un quadro preoccupante

Cristiano Corazzari, assessore regionale alla Pesca, ha fornito dati allarmanti riguardo alla rimozione del Granchio Blu nel solo 2024. Sono state infatti raccolte ben 1.894 tonnellate di esemplari, i quali sono transitati attraverso i sei mercati ittici regionali e il Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine. I numeri evidenziano la gravità della situazione attuale della pesca e dell’acquacoltura nel Veneto, segnato da un’invasione che ha avuto origine nell’estate del 2023, con impatti sempre più drammatici sulle attività locali.

A supporto di queste misure, è stata avanzata la richiesta al Governo per il rinnovo dello stato di calamità naturale anche per il 2024. Questa misura permetterebbe alle imprese colpite di accedere ai contributi disponibili tramite il Fondo di Solidarietà Nazionale, mirato a salvaguardare il settore primario da eventi avversi.

Evoluzione della situazione in un anno

Funzionale ai dati raccolti e analizzati, la relazione tecnica ha mostrato un incremento dei quantitativi di Granchio Blu rispetto all’anno precedente. Nel 2023, i mercati ittici del Veneto avevano commercializzato 428 tonnellate di granchio, un numero a cui si aggiungono le 565 tonnellate di esemplari non commercializzabili, estratti esclusivamente dalle lagune di Porto Tolle a partire da luglio. Il totale, considerando solo quei numeri, è di 993 tonnellate, escludendo una grandissima quantità di prodotto non quantificato prelevato da altre lagune, che secondo stime potrebbe arrivare a centinaia di tonnellate.

Nell’anno attuale, i dati mettono in evidenza che le vendite per il consumo hanno raggiunto le 714 tonnellate, mentre l’esigenza di smaltire il Granchio Blu si attesta sulle 1.180 tonnellate, segno tangibile che la situazione è critica e richiede interventi immediati. Il futuro delle attività di pesca venete dipende ora dalla capacità di affrontare e gestire questa emergenza.