La Vespa velutina, nota anche come calabrone dalle zampe gialle, è una specie aliena invasiva che ha fatto il suo ingresso in Europa dall’Asia circa vent’anni fa. La sua presenza crescente, in particolare in Italia, ha sollevato preoccupazioni tra apicoltori e biologi, poiché rappresenta un pericolo per la produzione di miele e per la biodiversità locale. Questo articolo esplora le caratteristiche di questa specie, il suo impatto ecologico e i rischi associati alla sua diffusione.
Origini e diffusione della Vespa velutina
La Vespa velutina è stata introdotta in Europa probabilmente attraverso merci provenienti dalla Cina, con la prima segnalazione avvenuta in Francia nei primi anni 2000. Da quel momento, la specie si è rapidamente diffusa in vari Paesi europei, tra cui l’Italia, dove è stata avvistata per la prima volta nel 2012. La sua capacità di adattamento e riproduzione ha facilitato la sua espansione, rendendola una delle specie invasive più temute.
Questa vespa si distingue per le sue zampe gialle, che le conferiscono il soprannome di calabrone dalle zampe gialle. È importante non confonderla con Vespa mandarinia, il calabrone gigante asiatico, che non è presente in Europa. Sebbene Vespa velutina sia di dimensioni inferiori rispetto a quest’ultimo, il suo comportamento predatorio la rende una minaccia significativa per le api domestiche e altri insetti.
Caratteristiche fisiche e identificazione
La Vespa velutina è un calabrone di dimensioni medio-grandi, con le operaie che misurano tra i 18 e i 23 millimetri e le regine che possono arrivare fino a 35 millimetri. Il suo corpo è prevalentemente nero, con bande gialle sull’addome e zampe di un giallo brillante, che la rendono facilmente riconoscibile. Rispetto al calabrone europeo , la velutina è più piccola e presenta un addome con colorazioni diverse.
La somiglianza con altre specie, come la vespa orientale , può creare confusione. Tuttavia, la vespa orientale ha un colore più rossiccio e una banda gialla unica sull’addome. È fondamentale saper identificare correttamente la Vespa velutina, poiché la sua presenza può avere conseguenze dirette sulla salute delle api e sull’equilibrio degli ecosistemi.
Impatto ecologico e minacce all’apicoltura
Il principale motivo di preoccupazione riguardo alla Vespa velutina è il suo impatto negativo sull’apicoltura. Questo calabrone è un predatore attivo delle api, attaccando gli alveari e catturando le api in volo per nutrire le proprie larve. Gli apicoltori hanno già segnalato perdite significative nella produzione di miele a causa della predazione da parte di questa specie.
Oltre a rappresentare una minaccia per le api, Vespa velutina ha dimostrato di predare oltre 1.400 specie di insetti e invertebrati, il che potrebbe avere ripercussioni devastanti sulla biodiversità. La sua diffusione in Italia ha già interessato regioni come Liguria, Piemonte, Toscana ed Emilia-Romagna, e c’è il rischio che continui a espandersi in altre aree, come già avvenuto in Francia e Spagna.
Rischi per l’uomo e gestione della specie
Nonostante la sua reputazione di “calabrone killer“, la Vespa velutina non è più pericolosa di un comune calabrone europeo. Non attacca gli esseri umani a meno che non si senta minacciata o il suo nido venga disturbato. Tuttavia, il suo veleno è potente e può causare reazioni allergiche gravi, specialmente in soggetti sensibili come bambini e anziani.
È fondamentale mantenere una distanza di sicurezza dai nidi e contattare le autorità competenti in caso di avvistamenti. L’eliminazione dei nidi deve essere effettuata da personale esperto per evitare rischi inutili. Sebbene la Vespa velutina non rappresenti una minaccia diretta per l’uomo, la sua diffusione continua a essere monitorata per proteggere la biodiversità e l’apicoltura in Europa.
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