Il tema delle bonifiche nella Terra dei Fuochi, area tristemente nota per i roghi tossici e l’inquinamento, torna al centro del dibattito grazie alle dichiarazioni del Generale Giuseppe Vadalà, neo-commissario per l’emergenza. Durante un incontro a Napoli, il generale ha evidenziato come la criminalità organizzata stia cercando di infiltrarsi nelle operazioni di bonifica, sollevando preoccupazioni sulla trasparenza e sull’efficacia delle misure adottate. La questione si fa sempre più urgente, soprattutto in vista delle scadenze imposte dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo.
Il rischio di infiltrazioni mafiose nelle bonifiche
Il Generale Vadalà, già commissario nazionale per l’emergenza discariche, ha espresso preoccupazione riguardo all’interesse dei clan mafiosi nelle operazioni di bonifica. “La criminalità è interessata al prima e al dopo”, ha dichiarato, sottolineando come le attività di movimento terra siano particolarmente vulnerabili a infiltrazioni. La Terra dei Fuochi, che si estende tra Napoli e Caserta, è stata martoriata da anni di sversamenti illeciti e incendi di rifiuti, rendendo le bonifiche un tema cruciale per la salute pubblica e l’ambiente.
Per contrastare il fenomeno, Vadalà ha annunciato l’implementazione di misure di sicurezza, tra cui un protocollo di legalità in collaborazione con il Ministero dell’Interno. “Abbiamo realizzato schermi di protezione con la Prefettura e una ‘white list’ per garantire che chi è stato escluso non possa rientrare attraverso subfornitori o subappalti”, ha spiegato. L’obiettivo è creare un sistema di controllo che permetta di monitorare le operazioni e prevenire infiltrazioni mafiose.
Le sfide delle bonifiche e i fondi necessari
La questione delle risorse finanziarie necessarie per le bonifiche è centrale nel discorso del commissario. Vadalà ha affermato che serviranno “centinaia di milioni” per riqualificare la Campania, attualmente nota come Terra dei Fuochi. “Stiamo lavorando per fare uno screening delle discariche da bonificare”, ha detto, evidenziando l’importanza di avere un quadro chiaro della situazione per quantificare le risorse necessarie.
Il commissario ha anche sottolineato che non si tratta solo di bonificare le discariche, ma anche di affrontare il problema dello sversamento di rifiuti nell’aria tra Napoli e Caserta. “Questa situazione deve essere fermata”, ha affermato, richiamando l’attenzione sulla necessità di un intervento tempestivo e coordinato.
Polemiche politiche e mancanza di fondi
Le dichiarazioni di Vadalà hanno suscitato reazioni politiche, in particolare da parte di Fulvio Bonavitacola, vicepresidente della Campania con delega all’emergenza rifiuti. Bonavitacola ha criticato il decreto che ha istituito il commissariamento, definendolo una “truffa”. Secondo lui, a cinque anni dall’individuazione della zona del Giuglianese come sito di interesse nazionale, non sono stati fatti progressi significativi.
“Non arriverà proprio niente”, ha affermato Bonavitacola, sottolineando la mancanza di fondi e la necessità di una reale collaborazione istituzionale. “Non è che non arriveranno, non sono proprio partiti”, ha aggiunto, evidenziando l’urgenza di avviare le bonifiche e di garantire le risorse necessarie.
L’importanza della perimetrazione a Giugliano
Uno dei territori più colpiti dalla crisi ambientale è Giugliano in Campania, dove la perimetrazione delle aree da bonificare è in fase di completamento. Bonavitacola ha spiegato che i tempi sono lunghi e che è fondamentale ottenere i fondi per avviare le operazioni di bonifica. “L’area vasta di Giugliano è una delle più importanti da bonificare”, ha affermato, sottolineando che anche se non tutta l’area sarà completamente perimetrata, ci sono parti su cui è possibile iniziare.
Il decreto del Governo del 14 marzo ha come obiettivo quello di fornire un quadro della situazione attuale e delle risorse necessarie per affrontare le problematiche ambientali e sanitarie. “Serve un’unione totale tra Stato, Regione e enti locali per raggiungere risultati concreti”, ha concluso Bonavitacola, evidenziando l’importanza di un approccio collaborativo per affrontare la crisi della Terra dei Fuochi.