La multinazionale americana Flex ha comunicato al Ministero dell’Industria, del Commercio e del Turismo di non essere più coinvolta nelle questioni relative al sito di Trieste. Durante un incontro odierno, Fair Cap ha presentato un piano industriale che, secondo i sindacati Fim, Fiom e Uilm, risulta generico e privo di dati concreti, suscitando preoccupazioni tra i lavoratori. La mancanza di dettagli e impegni specifici sul futuro dell’occupazione ha portato a una forte richiesta di chiarimenti da parte delle rappresentanze sindacali.
Il piano industriale di Fair Cap: buone intenzioni senza numeri
Nel corso del tavolo di discussione al Mimit, Fair Cap ha delineato una strategia per valorizzare le potenzialità del sito di Trieste, puntando su aspetti ingegneristici e manifatturieri, nonché sulle competenze logistiche del personale. Tuttavia, i sindacati hanno sottolineato che il piano presentato sembra mancare di un quadro quantitativo solido e di obiettivi misurabili. Fair Cap ha parlato di “strategie organiche e inorganiche” finalizzate a migliorare la commercializzazione, con l’idea di incrementare i volumi entro il 2026. Nonostante le buone intenzioni espresse, la carenza di dati concreti ha destato scetticismo.
La questione occupazionale: ammortizzatori sociali senza garanzie
Uno dei temi centrali emersi durante l’incontro è stato quello dell’occupazione. Le organizzazioni sindacali hanno riferito che l’unico dato emerso è la possibilità di continuare a ricorrere agli ammortizzatori sociali, ma senza un impegno chiaro per il mantenimento dei posti di lavoro. Fair Cap ha espresso la volontà di collaborare con le istituzioni e le parti sociali, ma il sindacato ha evidenziato che tale collaborazione appare focalizzata esclusivamente sulle misure di sostegno al reddito, piuttosto che sulla salvaguardia dei posti di lavoro. La genericità della proposta ha suscitato perplessità, e i sindacati hanno manifestato la necessità di ricevere garanzie più concrete.
Richieste dei sindacati: investimenti e chiarezza sul futuro
I rappresentanti sindacali hanno rinnovato le loro richieste di impegni specifici per garantire la sostenibilità industriale del sito di Trieste e la tutela dell’occupazione. È emersa l’urgenza di discutere gli investimenti necessari per mantenere attiva la produzione. In assenza di un piano dettagliato e di promesse concrete, i sindacati temono che la situazione possa deteriorarsi ulteriormente. La valutazione condivisa da tutte le organizzazioni presenti al tavolo, insieme ai rappresentanti delle istituzioni, ha espresso preoccupazione per la mancanza di chiarezza e di visione a lungo termine da parte di Flex e Fair Cap.
La posizione delle istituzioni: un futuro incerto per Trieste
Le istituzioni locali, compresa la Regione Friuli Venezia Giulia e il Mimit, hanno preso atto delle preoccupazioni sollevate dai sindacati. La situazione attuale del sito di Trieste rimane incerta e molti dubbi persistono sul futuro della multinazionale nella regione. Le parti in causa sono ora chiamate a trovare una soluzione che possa garantire non solo la continuità produttiva, ma anche la stabilità occupazionale per i lavoratori. La necessità di un coinvolgimento più attivo e concreto da parte di Flex e Fair Cap è stata sottolineata in modo univoco da tutte le parti coinvolte, che si auspicano uno sviluppo positivo della vertenza in tempi brevi.
La situazione rimane in evoluzione, con i sindacati che continueranno a monitorare le proposte e a richiedere chiarimenti e impegni specifici per salvaguardare il futuro del sito di Trieste e dei suoi lavoratori.