Il settore della logistica e delle consegne è in continua espansione, con un numero crescente di lavoratori coinvolti in questo ambito. Tra di loro, Claudio Simini, un corriere di 41 anni, rappresenta le difficoltà e le ingiustizie che molti di questi professionisti affrontano quotidianamente. Simini, originario di Bari e residente nel Bolognese, lavora per Esseti, un’azienda che opera in appalto per Amazon. La sua recente mobilitazione ha messo in luce le problematiche legate ai ritardi nei pagamenti e alle condizioni di lavoro.
La situazione lavorativa di Claudio Simini
Claudio Simini è un delegato Filt-Cgil e ha deciso di scioperare insieme ai suoi colleghi davanti al magazzino Amazon Der1 di Crespellano il 24 marzo. Esseti, per cui lavora, conta circa mille dipendenti a livello nazionale, di cui circa cento nella provincia di Bologna. Da ottobre, i lavoratori ricevono gli stipendi con notevoli ritardi, e il pagamento di febbraio è ancora in sospeso. La situazione è così critica che Amazon ha comunicato che, in caso di ulteriori ritardi, provvederà a pagare i dipendenti in surroga. Simini condivide l’affitto con la sua compagna, anch’essa dipendente della stessa azienda, rendendo la situazione ancora più difficile.
La giornata lavorativa di un corriere
Simini racconta la sua routine quotidiana, che inizia presto al mattino. Si sveglia alle 6:55 per arrivare in magazzino entro le 7:20. Dopo aver timbrato, riceve le istruzioni dal responsabile, insieme al furgone e al dispositivo per le consegne. Ha un breve lasso di tempo per controllare il mezzo e preparare il carico, prima di partire per la sua prima consegna. La sua giornata di lavoro termina intorno alle 15:30, ma il numero di pacchi da consegnare è aumentato notevolmente nel tempo. Quando è stato assunto sei anni fa, consegnava tra i 100 e i 120 pacchi al giorno; ora, a parità di stipendio, si trova a gestire oltre 300 pacchi.
Le condizioni di lavoro e il contratto
Claudio Simini ha un contratto a tempo indeterminato di 39 ore settimanali, con la disponibilità a lavorare anche nei weekend. Il suo stipendio fisso è di 1.705 euro lordi, a cui si aggiunge un’indennità di trasferta di 19 euro nette al giorno se esce dal comune di partenza. Tuttavia, Simini sottolinea che ci sono molte lacune normative che rendono difficile considerare il suo stipendio come adeguato. Le richieste di lavoro sono spesso vaghe e il numero di colli da trasportare non è definito. Inoltre, la pausa di mezz’ora non è retribuita e i corrieri sono legalmente responsabili della merce a bordo, il che limita la loro libertà di movimento.
Le sfide del lavoro in appalto
Simini evidenzia che, nonostante non lavori a cottimo, la pressione per consegnare il maggior numero possibile di pacchi è costante. La sua esperienza suggerisce che, se fosse un dipendente diretto di Amazon, le condizioni potrebbero essere migliori. Tuttavia, Amazon affida le consegne solo a ditte in appalto, il che crea una situazione simile a quella dei lavoratori del turismo, dove i profitti sono elevati ma i dipendenti non ricevono il giusto riconoscimento. Simini conclude il suo racconto con una nota paradossale: se riesce a consegnare tutto il carico e termina il lavoro prima delle 7 ore e 46 minuti previste, non riceve contestazioni, anzi, viene ringraziato.
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