L’arrivo dell’intelligenza artificiale ha innescato un profondo rinnovamento nel mondo dell’avvocatura. Mentre alcuni professionisti accolgono questo progresso come un’opportunità per migliorare l’efficienza del lavoro legale, altri lo osservano con una certa cautela, preoccupati per l’aumento della concorrenza fra i legali che possono accedere a tecnologie avanzate e quelli che non hanno questa possibilità. Carlo Foglieni, presidente dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati , ha condiviso le sue riflessioni con Adnkronos/Labitalia, evidenziando come la professione forense si stia preparando ad affrontare queste nuove sfide.
L’importanza dell’intelligenza artificiale e della formazione continua
Gli avvocati italiani stanno dimostrando di comprendere l’importanza crescente dell’intelligenza artificiale per il futuro della professione. I temi relativi all’IA sono diventati tra gli argomenti più richiesti nei percorsi formativi, con particolare attenzione anche alla riforma Cartabia e alle sue eventuali modifiche. Foglieni sottolinea l’importanza di un aggiornamento continuo, in special modo sulle procedure legali, elemento fondamentale per rimanere competitivi nel mercato. Altri argomenti di notevole rilevanza includono la sostenibilità e i corsi obbligatori per mantenere l’iscrizione negli elenchi ufficiali delle vendite e delle crisi d’impresa.
Queste nuove tecnologie non si limitano soltanto a influenzare gli aspetti tecnici della professione legale, ma creano anche un legame con la sostenibilità ambientale e la transizione ecologica. Foglieni mette in risalto che gli avvocati, oltre ad essere consulenti legali, devono assumere un ruolo proattivo nell’assistere le imprese verso la sostenibilità. La necessità di adattare gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 anche all’ambito legale diventa quindi cruciale, con studi legali che devono evolversi per rispondere alle sfide ecologiche.
Le modalità di aggiornamento professionale per gli avvocati
Per il 2025, le regole di formazione professionale hanno stabilito che gli avvocati devono conseguire 15 crediti formativi, di cui almeno 3 obbligatori in materia deontologica. Le modalità di partecipazione sono flessibili; gli avvocati possono scegliere di seguire i corsi in presenza o da remoto, rendendo più accessibile l’aggiornamento professionale. Dopo la pandemia, si è assistito a un cambiamento importante, poiché la scadenza della formazione, che normalmente è triennale, è stata adattata a un anno, per facilitare il raggiungimento degli obiettivi formativi.
La mancata acquisizione dei crediti necessari comporta delle sanzioni da parte dell’ordine professionale. Questo sistema di accreditamento è essenziale per garantire che tutti i 240.000 avvocati abilitati in Italia siano costantemente aggiornati sulle novità del settore. La crescente richiesta di corsi da parte dei professionisti legali ha reso difficile stimare il numero totale di attività formative disponibili, ma si stima che solo Aiga offre un corso al giorno, a cui si aggiungono molte altre opportunità proposte da diverse organizzazioni.
La varietà e l’ampiezza dell’offerta formativa suggeriscono una generosa disponibilità di risorse per coloro che desiderano mantenere il passo con le evoluzioni tecnologiche e professionali nel campo giuridico. Con l’andare del tempo, diventa sempre più fondamentale per gli avvocati investire nella propria formazione per affrontare le sfide di un mercato in continua trasformazione.