Rilancio industriale e dialogo sindacale: le ultime novità di Beko Europe

Incontro al Ministero tra Beko Europe e sindacati per discutere il piano industriale, con aggiornamenti sulla riduzione degli esuberi e la chiusura dello stabilimento di Siena entro il 2025.
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Oggi si è svolto un incontro significativo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy tra Beko Europe e i rappresentanti sindacali di Fim, Fiom, Uilm e Uglm. Durante questo incontro, Maurizio David Sberna, direttore relazioni esterne di Beko Europe, ha ribadito l’importanza di continuare il dialogo con le organizzazioni sindacali e ha fornito aggiornamenti critici sul piano industriale dell’azienda, rispetto all’ultimo presentato il 20 novembre 2024, che era stato definito “vago e insufficiente” dai sindacati.

Aggiornamenti sul piano industriale

Nel corso dell’evento, sono emersi dettagli significativi riguardanti il piano industriale dell’azienda. Con riferimento alla fabbrica di Cassinetta in provincia di Milano, Beko ha annunciato la decisione di ritirare la dismissione di due linee di montaggio. In questo modo, si prevede di affrontare la riduzione dei volumi produttivi attraverso una modifica dell’assetto dei turni. Tuttavia, il numero degli esuberi rimane un tema centrale, e si è registrata una diminuzione rispetto alle previsioni iniziali: da 540 a 350 esuberi.

Questa revisione del piano va vista in un contesto più ampio di strategie di ristrutturazione aziendale, sperando di ridurre il numero complessivo degli esuberi, anche se come rilevato dalle organizzazioni sindacali, il numero attuale rimane problematico e non sostenibile.

Situazione delle altre sedi produttive

Spostandosi a Siena, è stata confermata la chiusura dello stabilimento entro il 2025. Malgrado ciò, Beko ha manifestato disponibilità a mantenere il contratto di affitto dell’area e a preservare i rapporti di lavoro esistenti fino alla fine del 2027, a condizione che ci siano ammortizzatori sociali adeguati. Contestualmente, questo piano è finalizzato a favorire possibili operazioni di reindustrializzazione nel futuro.

Inoltre, a Carinaro, in provincia di Napoli, il numero di esuberi rimane fissato a 40, rappresentando parte del quadro complessivo degli esuberi che attualmente ammontano a 678 nelle funzioni impiegatizie. Anche se si prevede una potenziale riduzione di questo numero in relazione alla revisione del piano industriale, i sindacati hanno sottolineato che rimarrebbe comunque un numero insostenibile.

Il ruolo del dialogo con i sindacati

Durante l’incontro, Sberna ha affrontato le critiche ricevute dalle organizzazioni sindacali, confermando l’impegno a mantenere aperto il dialogo. “Esistono diverse questioni ancora aperte”, ha dichiarato, “che richiedono un confronto attento e approfondito. È fondamentale lavorare insieme con uno spirito di collaborazione per individuare soluzioni pratiche per le attività italiane del Gruppo“.

Beko si è proposto di agire tempestivamente al fine di garantire risposte capaci di soddisfare le esigenze dei lavoratori ed evitare ulteriori perdite per l’azienda. Il dibattito tra le parti è quindi destinato a proseguire nelle prossime settimane, con la speranza di trovare un bilanciamento tra le necessità produttive e la salvaguardia dei posti di lavoro.

Il tema della ristrutturazione aziendale e della salvaguardia dei posti di lavoro resta così al centro del dibattito, mentre si cerca di tracciare un percorso chiaro che possa garantire un futuro sostenibile per Beko Europe nelle sue sedi italiane.