Torino, presidi al Palazzo di Giustizia contro abusi nel terzo settore: una causa per diritti lavorativi

A Torino, attivisti denunciano abusi nel terzo settore durante un presidio al Palazzo di Giustizia, sostenendo i diritti delle lavoratrici e chiedendo giustizia per sfruttamento e licenziamenti ritorsivi.
Torino, presidi al Palazzo di Giustizia contro abusi nel terzo settore: una causa per diritti lavorativi Torino, presidi al Palazzo di Giustizia contro abusi nel terzo settore: una causa per diritti lavorativi

A Torino si è svolto un importante presidio davanti al Palazzo di Giustizia dove un gruppo di attivisti ha denunciato situazioni di sfruttamento e abusi all’interno del terzo settore. L’oggetto della protesta è una causa legale avviata da una ex dipendente di un’associazione che si definisce femminista e transfemminista, dedicata al supporto di donne straniere vittime di violenza o in cerca di occupazione.

La denuncia di una ex lavoratrice

Nel corso del presidio, una delle portavoce ha riportato le esperienze inquietanti della lavoratrice che ha avviato l’azione legale. Un anno prima, questa era stata vittima di un’aggressione, sia fisica sia verbale, perpetrata da una delle dirigenti dell’associazione. L’episodio di violenza era contrassegnato da toni prevaricatori e razzisti, sollevando gravi preoccupazioni sulla condotta all’interno dell’organizzazione.

Dopo l’aggressione, la dipendente ha tentato di affrontare la situazione mettendo in evidenza le difficoltà che lei e i suoi colleghi stavano affrontando in un incontro collettivo. Purtroppo, la sua richiesta è stata seguita da provvedimenti disciplinari che hanno culminato nel suo licenziamento. Questa stessa sorte è toccata anche a due colleghe che avevano espresso la loro solidarietà nei suoi confronti.

Le rivendicazioni del presidio

Il volantino distribuito durante la manifestazione espone chiaramente le richieste delle manifestanti. Chiedono giustizia per gli straordinari non riconosciuti, che erano stati imposti come volontariato obbligatorio. Inoltre, si evidenzia la questione dei contratti di collaborazione che, secondo il gruppo di lavoratori, venivano somministrati nonostante essi svolgessero funzioni tipiche di dipendenti. Le attiviste mirano a combattere anche contro i licenziamenti considerati ritorsivi, che colpiscono coloro che alzano la voce contro situazioni ingiuste.

Le manifestanti hanno affermato con determinazione che non cederanno mai a chi cerca di silenziare le loro voci. L’obiettivo del presidio è di rendere visibili e urlare con forza le ingiustizie subite, richiamando l’attenzione dell’opinione pubblica su un tema spesso trascurato, quello dei diritti lavorativi nel terzo settore.

Il supporto delle attiviste

All’evento hanno partecipato attiviste del collettivo “Non una di meno”, un movimento che si batte contro la violenza sulle donne e per la dignità lavorativa di tutte. La presenza di queste attiviste ha dato ulteriore forza alla manifestazione, creando un legame tra la causa legale in corso e le più ampie lotte per l’uguaglianza e il rispetto nei luoghi di lavoro.

L’incontro davanti al Palazzo di Giustizia rappresenta un momento cruciale nella lotta per i diritti delle lavoratrici nel terzo settore. La crescita della consapevolezza su queste tematiche e la mobilitazione della società civile possono rappresentare un cambio di rotta significativo. Le donne coinvolte nelle associazioni devono essere messe in condizione di lavorare in un ambiente rispettoso e sicuro, e la loro battaglia sarà fondamentale per garantire che tali diritti siano rispettati per tutte.

La manifestazione ha messo in evidenza la necessità di piccole e grandi riforme per migliorare le condizioni di lavoro all’interno del terzo settore, un ambito essenziale per il supporto delle comunità. Questo tipo di iniziativa non solo crea consapevolezza su questioni legate all’occupazione, ma contribuisce anche a combattere attivamente per un mondo del lavoro più equo.