Nella Giornata Mondiale della Felicità, un recente sondaggio internazionale pubblicato da ‘Newsweek’ ha messo in luce la percezione della felicità tra le diverse generazioni. I risultati rivelano che la Generazione Z, composta da giovani sotto i 30 anni, è la più colpita da sentimenti di infelicità e solitudine. Questo fenomeno non riguarda solo i più giovani, ma coinvolge anche altre fasce d’età, suggerendo una crisi intergenerazionale che merita attenzione.
La generazione z e la solitudine
Secondo il sondaggio, ben l’80% dei membri della Generazione Z ha dichiarato di aver provato sentimenti di solitudine nell’ultimo anno. Di questi, un terzo ha affermato di sentirsi “spesso” o “regolarmente” solo. Questo dato allarmante suggerisce che i giovani di oggi si trovano ad affrontare una condizione di isolamento che potrebbe avere ripercussioni significative sul loro benessere psicologico e sociale. La Fondazione della Felicità Ets, che si occupa di promuovere programmi educativi per migliorare l’ambiente scolastico, ha evidenziato come questa solitudine sia un problema che non riguarda solo i giovani, ma che si estende a tutte le generazioni.
Infatti, il 72% dei Millennial, il 60% della Generazione X e il 45% dei baby boomer hanno dichiarato di sentirsi soli. Questi dati evidenziano un’epidemia di solitudine che attraversa le diverse fasce d’età, suggerendo che le cause di questo malessere sono radicate in fattori sociali e culturali più ampi.
Le cause dell’infelicità
Le ragioni di questa infelicità diffusa, secondo gli autori del sondaggio, sono molteplici e complesse. In primo luogo, si fa riferimento a un contesto storico in cui le priorità economiche hanno preso il sopravvento sulle relazioni interpersonali. L’aumento dei costi degli alloggi, l’insicurezza lavorativa e il costante confronto sui social media hanno contribuito a creare un clima di ansia e isolamento.
La mancanza di una comunità solida è un altro fattore determinante. Le persone si sentono sempre più abbandonate e disilluse, incapaci di stabilire legami significativi con gli altri. Questa situazione ha un impatto diretto sulla vita quotidiana, influenzando non solo le relazioni personali ma anche quelle professionali.
Uno studio condotto da MetLife e riportato da ‘Fortune’ ha rivelato che solo il 59% della Generazione Z si sente felice nel proprio ambiente di lavoro, un dato significativamente inferiore rispetto al 71% dei baby boomer. Questo scarto suggerisce che i giovani potrebbero trovarsi in contesti lavorativi meno soddisfacenti, contribuendo ulteriormente al loro senso di infelicità.
La situazione in Italia
Un’analisi più approfondita della situazione italiana è fornita dal ‘The Good Childhood Report 2024’, realizzato da The Children’s Society. Questo report ha evidenziato che i quindicenni italiani sono tra i meno soddisfatti della propria vita in Europa, superando solo Regno Unito, Malta, Polonia e Germania. Questi dati pongono interrogativi sulla qualità della vita dei giovani in Italia e sul supporto che ricevono per affrontare le sfide quotidiane.
La combinazione di fattori economici, sociali e culturali sembra creare un ambiente in cui i giovani si sentono sempre più isolati e infelici. È fondamentale che le istituzioni e la società civile si attivino per affrontare questa crisi, promuovendo iniziative che possano migliorare il benessere dei giovani e favorire la creazione di comunità più coese e solidali.
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