Circa 3.000 individui apolidi risiedono in Italia, un fenomeno che coinvolge diverse comunità, tra cui Rom provenienti dalla ex Jugoslavia, palestinesi e persone originarie di Stati dell’ex Unione Sovietica, Cuba e Cina . Queste persone, prive di cittadinanza, affrontano sfide significative nel tentativo di ottenere diritti fondamentali e riconoscimento legale. La Mappatura dell’Apolidia in Italia, realizzata dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati , offre uno spaccato di questa realtà complessa e spesso invisibile.
La situazione degli apolidi in Italia
Il rapporto dell’UNHCR evidenzia le difficoltà che le persone apolidi e quelle a rischio di apolidia devono affrontare nel contesto italiano. Queste persone sono tra le più vulnerabili al mondo, spesso escluse da diritti fondamentali e invisibili agli occhi delle autorità. Chiara Cardoletti, Rappresentante dell’UNHCR in Italia, sottolinea che, sebbene l’Italia abbia fatto progressi nella protezione degli apolidi, è fondamentale continuare a lavorare in collaborazione con le istituzioni e le organizzazioni della società civile per garantire un futuro migliore a queste persone.
Le problematiche legate all’apolidia non riguardano solo la mancanza di documenti, ma anche l’assenza di diritti e opportunità. Le persone apolidi vivono in un limbo legale che impedisce loro di accedere a servizi essenziali come l’istruzione e l’assistenza sanitaria. La mancanza di una cittadinanza riconosciuta limita anche le possibilità di lavoro e di costruzione di un futuro indipendente.
La storia di Karen Ducusin: un caso emblematico
Karen Ducusin, un esempio significativo di apolidia, è nata a Messina 30 anni fa da genitori filippini. Per 28 anni, ha vissuto senza documenti, né italiani né filippini. La sua storia inizia con la malattia della madre e la conseguente mancanza di registrazione all’anagrafe. La separazione dei genitori ha ulteriormente complicato la sua situazione, lasciandola senza un’identità legale.
Karen racconta di come, da bambina, si sia sempre sentita diversa, senza mai comprendere il motivo della sua esclusione. Senza documenti, non poteva partecipare a gite scolastiche o accedere a opportunità che per gli altri erano normali. La sua vita era segnata da limiti invisibili, che la costringevano a vivere in un costante stato di incertezza e vulnerabilità.
Le sfide burocratiche e l’aiuto dell’UNHCR
Nonostante i ripetuti tentativi di chiedere aiuto al Comune di Messina e all’Ambasciata Filippina, Karen non ha mai ricevuto risposte concrete. Le sue richieste di assistenza sono rimaste inascoltate, lasciandola in una situazione di isolamento e impotenza. A questo punto, l’UNHCR è intervenuto, offrendo supporto e orientamento legale.
Grazie all’assistenza dell’UNHCR, Karen ha finalmente trovato una via d’uscita dalla sua condizione di apolidia. Con l’aiuto di un avvocato, ha potuto affrontare le difficoltà burocratiche e ottenere la cittadinanza italiana, un traguardo che sembrava impossibile fino a poco tempo prima. Questo cambiamento ha avuto un impatto profondo sulla sua vita, permettendole di iscriversi all’università e di accedere a servizi e opportunità che prima le erano preclusi.
L’impegno sociale di Karen e l’associazione Unione Italiana Apolidi
Oggi, Karen Ducusin è un’attivista e presidente dell’associazione Unione Italiana Apolidi, un’organizzazione che offre supporto a coloro che vivono in Italia senza cittadinanza. L’associazione si impegna a sensibilizzare le istituzioni e a promuovere l’inclusione sociale, fornendo risorse e informazioni giuridiche a chi si trova in situazioni simili alla sua.
Karen e il suo team hanno sviluppato un toolkit con linee guida pratiche per aiutare le persone apolidi a navigare nel sistema legale italiano. Grazie al supporto dell’UNHCR, l’associazione è in grado di fornire consulenze legali e assistenza a chi ne ha bisogno, contribuendo a dare voce a una comunità spesso dimenticata.
Una nuova vita all’insegna della libertà
La vita di Karen è cambiata radicalmente dopo aver ottenuto la cittadinanza italiana. Oltre a iscriversi alla facoltà di Economia e Finanza alla Sapienza di Roma, ha trovato lavoro in uno studio commerciale e ha finalmente potuto vivere con la sicurezza e la libertà che le erano state negate per così tanto tempo. La sua storia è un esempio di resilienza e speranza, dimostrando che è possibile superare le avversità e costruire un futuro migliore.
Karen ricorda con emozione il suo primo viaggio in aereo, avvenuto durante il Capodanno scorso, quando ha visitato Danimarca e Svezia alla ricerca dell’aurora boreale. Questo viaggio rappresenta non solo una nuova avventura, ma anche la realizzazione di un sogno che sembrava irraggiungibile. La sua esperienza è un richiamo alla necessità di garantire diritti e opportunità a tutti, affinché nessuno debba più vivere nell’ombra.