Caso Almasri: interrogazione di Avs al governo su richiesta di silenzio della Cpi

Il generale libico Osama Almasri, rimpatriato in Libia il 21 gennaio 2025, è al centro di polemiche politiche in Italia. Alleanza Verdi-Sinistra chiede chiarimenti sulla gestione della comunicazione con la Corte penale internazionale.
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Caso Almasri: interrogazione di Avs al governo su richiesta di silenzio della Cpi - unita.tv

Il caso di Osama Almasri, generale libico accusato di crimini internazionali e rimpatriato in Libia con un volo di Stato, continua a suscitare interrogativi e polemiche. Alleanza Verdi-Sinistra ha presentato una nuova interrogazione alla premier Giorgia Meloni e ai ministri Nordio, Tajani e Piantedosi, per ottenere chiarimenti sulla gestione della comunicazione con la Corte penale internazionale riguardo all’arresto del generale. Le opposizioni accusano il governo di non voler collaborare con la Cpi e di aver chiesto un rinvio dei termini per fornire informazioni sulla vicenda.

L’interrogazione di Avs e le domande al governo

Avs ha sollevato interrogativi specifici sulla comunicazione tra l’ambasciata italiana all’Aja e la Cpi. In particolare, il partito chiede di sapere quale ministero o autorità abbia dato istruzioni all’ambasciata di richiedere alla Cpi di astenersi dal rendere pubblico l’arresto di Almasri. Questo aspetto è emerso da un comunicato della Cpi del 22 gennaio 2025, in cui si afferma che la Corte si è astenuta dal commentare l’arresto su richiesta delle autorità italiane.

La nota di Avs sottolinea l’importanza di chiarire se tale richiesta sia stata avanzata il 19 gennaio 2025, in uno dei tre contatti tra l’ambasciata e la Cpi avvenuti in quella giornata. Inoltre, il partito chiede di identificare quale dicastero abbia designato l’ambasciata come canale ufficiale per le comunicazioni tra il governo italiano e la Corte riguardo al mandato di arresto emesso nei confronti di Almasri.

La richiesta della Cpi e la risposta dell’Italia

Un altro punto cruciale sollevato da Avs riguarda la richiesta della Cpi del 20 gennaio 2025, in cui si chiedeva se ci fossero ostacoli per l’esame del mandato di arresto. Il partito vuole sapere quale autorità italiana abbia ricevuto questa richiesta e quale ministero abbia dato istruzioni di rispondere che non era stato identificato alcun impedimento. La nota di Avs evidenzia che, dopo la mancata convalida dell’arresto di Almasri da parte della polizia giudiziaria di Torino, la Corte penale internazionale ha emesso un comunicato in cui si afferma che, su richiesta delle autorità italiane, si è astenuta dal commentare pubblicamente l’arresto.

Il 18 gennaio 2025, la Cpi aveva già informato l’Italia del mandato di arresto nei confronti di Almasri, utilizzando i canali designati dall’Italia. Il giorno successivo, dopo la comunicazione dell’arresto, si sono verificati tre contatti tra la Cpi e l’ambasciata italiana all’Aja. Nel pomeriggio del 20 gennaio, la Cpi ha nuovamente contattato l’ambasciata per chiedere se ci fossero ulteriori ostacoli, ricevendo come risposta che non era stato identificato alcun impedimento.

La situazione attuale e le dichiarazioni del ministero della Giustizia

Il 21 gennaio 2025, il ministero della Giustizia ha rilasciato un comunicato stampa in cui si affermava di aver ricevuto la richiesta della Cpi di arrestare Almasri. Il ministro stava valutando la trasmissione formale della richiesta alla procura generale di Roma, in base alla legge n. 237 del 2012. Tuttavia, in quel momento, l’aereo Falcon 900 del governo italiano, destinato a riportare Almasri a Tripoli, aveva già lasciato Roma ed era atterrato a Torino, dove il generale era stato trattenuto.

Questa sequenza di eventi ha sollevato ulteriori interrogativi sulla tempistica e sulla gestione della comunicazione tra il governo italiano e la Cpi. Avs continua a chiedere trasparenza e chiarezza su un caso che coinvolge questioni delicate legate ai diritti umani e alla giustizia internazionale. La situazione rimane complessa e le risposte del governo sono attese con attenzione da parte dell’opinione pubblica e delle istituzioni.