Città della Pieve: il dibattito sul servizio sanitario si intensifica

Città della Pieve affronta gravi carenze sanitarie, con la richiesta urgente di riaprire il dibattito sulla salute pubblica e garantire servizi adeguati dopo la chiusura dell’ospedale nel 2015.
Città della Pieve: il dibattito sul servizio sanitario si intensifica Città della Pieve: il dibattito sul servizio sanitario si intensifica

Negli ultimi anni, Città della Pieve ha vissuto un crescente disagio in ambito sanitario, spingendo i cittadini e le autorità a richiedere urgentemente interventi adeguati. L’incontro recente tra i rappresentanti locali e la presidente della Regione Umbria ha evidenziato le criticità attuali e la necessità di riaprire un dibattito sulla sanità nella zona, un tema cruciale che interessa la popolazione.

L’incontro a Palazzo Cesaroni

L’incontro si è tenuto a Palazzo Cesaroni, con la partecipazione dei consiglieri del gruppo Insieme per Città della Pieve e delle autorità locali, tra cui il sindaco Fausto Risini e Stefania Proietti, presidente della Regione Umbria. Cristian Betti, capogruppo del Partito Democratico in Assemblea Legislativa, ha svolto un ruolo chiave come mediatore dell’incontro. Durante la riunione, è emerso il bisogno imperativo di garantire il pieno funzionamento della Casa di Comunità, una struttura fondamentale per l’assistenza sanitaria. Betti ha sottolineato l’importanza di dotare la Casa di Comunità di tutti i servizi e le professionalità necessarie per fronteggiare un’urgenza che è aumentata nel tempo.

La mancanza di un servizio di pronto soccorso con ambulanze medicalizzate ha esacerbato la situazione di Città della Pieve, un territorio che molti cittadini percepiscono come sempre più dimenticato. Nonostante le richieste della comunità per un miglioramento dei servizi sanitari, la realtà attuale continua a produrre disagi significativi per la popolazione locale.

Gli effetti della chiusura dell’ospedale

Dal 2015, dopo la chiusura dell’ospedale e del pronto soccorso, gli abitanti di Città della Pieve si sono visti costretti a rivolgersi a strutture lontane, specificamente a Città di Castello, distante oltre un’ora in auto. Questo cambiamento ha avuto un impatto profondo sulla disponibilità di cure e sul livello di assistenza sanitaria per la popolazione locale. L’ospedale pievese, precedentemente un punto di riferimento, ha subito una riconversione in Casa della Salute e, successivamente, in Casa di Comunità. Tuttavia, i servizi richiesti dalla comunità continuano a risultare insufficienti.

Negli anni successivi, sia le giunte comunali di diverse appartenenze politiche hanno promosso iniziative per migliorare i servizi sanitari regionali. Una richiesta di riapertura del pronto soccorso e di attribuzione della qualifica di area disagiata è stata avanzata nel 2022, senza però ottenere risultati concreti. L’allora giunta guidata da Donatella Tesei, assieme all’assessore alla salute Luca Coletto, aveva inviato la proposta al Ministero della Salute per avviare un presidio sanitario completo con 24 posti letto, ma ad oggi, le promesse non si sono tradotte in azioni tangibili.

Le attuali carenze e le aspettative future

La situazione sanitaria è ulteriormente complicata dalla recente chiusura del servizio di ambulanza medicalizzata H12 nel Punto di Primo Soccorso presso la Casa di Comunità, a causa di una carenza di personale medico. Questa decisione ha suscitato molte preoccupazioni tra i residenti, già disorientati dalla mancanza di servizi adeguati. Attualmente, Città della Pieve dispone di un’unica ambulanza non medicalizzata e, in caso di emergenza, i soccorsi possono dipendere dalla disponibilità dell’auto medica di Castiglione del Lago, che è soggetta ad altri impegni.

Le problematiche non si limitano al pronto soccorso. Il servizio dei medici di base è concentrato nel capoluogo, lasciando le frazioni isolate, molte delle quali abitate da persone anziane. Con l’imminente partenza della pediatra di base e i 782 assistiti che rimarranno senza un punto di riferimento, la situazione rischia di aggravarsi ulteriormente.

Betti ha affermato l’importanza di affrontare con urgenza le richieste di assistenza sanitaria raccolte durante l’incontro, sottolineando che un nuovo incontro, in programma presto e con la presenza di Daniela Donetti, dirigente neo nominata, è imperativo per dare risposte concrete e rapide alla comunità che si sente sempre più emarginata.