La Russia si avvicina ai colloqui di Riad, previsti per lunedì, con un atteggiamento definito “costruttivo e combattivo”. Le aspettative di Mosca sono di ottenere “qualche progresso” nei negoziati, mentre nella stessa capitale saudita si svolgeranno incontri separati tra i rappresentanti statunitensi e ucraini, mirati a discutere un possibile cessate il fuoco. Questo scenario complesso si inserisce in un contesto di tensioni internazionali e di strategie diplomatiche intricate.
La posizione russa e le aspettative
Grigory Kasarin, ex diplomatico e attuale presidente della commissione Esteri del Consiglio della Federazione, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla tv Zvedza, esprimendo la speranza di raggiungere “almeno qualche progresso” nei colloqui. Kasarin, che guiderà la delegazione russa a Riad, ha sottolineato l’importanza di affrontare le questioni in modo diretto e deciso, affermando che l’obiettivo è risolvere almeno un tema specifico, sebbene non abbia rivelato quale. Tuttavia, nei giorni precedenti, Yuri Ushakhov, consigliere per la politica estera del Cremlino, aveva menzionato il cessate il fuoco nel Mar Nero come una possibile area di discussione, un tema che ha trovato eco anche in una nota della Casa Bianca dopo una conversazione tra Donald Trump e Vladimir Putin.
La determinazione russa è evidente, e alcuni analisti a Mosca evidenziano che la posizione massimalista del Cremlino non ha mostrato segni di cambiamento significativo. La convinzione che la Russia abbia il “coltello dalla parte del manico” si basa su due fattori: la situazione attuale sul campo di battaglia e il sostegno percepito da parte di Trump nei confronti di Putin. Tuttavia, gli esperti avvertono che la situazione sul terreno non è così favorevole come Mosca vorrebbe far credere, anche se i russi sembrano avere un vantaggio rispetto agli ucraini.
Le sfide per Putin e il ruolo di Trump
Il presidente russo si trova in una posizione delicata. Non può permettersi di fare promesse a Trump che non può mantenere, rischiando di trovarsi in una situazione simile a quella di Volodymyr Zelensky durante un incontro nello Studio Ovale. Questo spiega perché le prospettive di una tregua, invece di apparire come un grande passo avanti, sembrano ridursi a un’opzione limitata, come dimostrano gli attacchi recenti.
Gli obiettivi della Russia sono chiari: desiderano ottenere il controllo territoriale, impedire l’ingresso dell’Ucraina nella NATO e instaurare un governo fantoccio a Kiev. La questione cruciale rimane fino a che punto gli Stati Uniti saranno disposti a venire incontro a queste richieste per mantenere la Russia al tavolo dei negoziati. Trump, da parte sua, sembra credere che Putin desideri la pace, ma questa convinzione è messa in discussione da Kiev e dai suoi alleati europei, che non vedono segni concreti di un reale interesse per la pace da parte di Mosca.
Mark Galeotti, esperto britannico di Russia, ha commentato che Putin ha sottovalutato la complessità dell’operazione in Ucraina, che doveva essere rapida e indolore. Tre anni dopo, la Russia controlla solo il 20% del territorio ucraino, ma a un costo elevato. Sebbene i russi stiano affrontando perdite, gli ucraini stanno subendo danni ancora maggiori.
Rilancio dei rapporti bilaterali e prospettive future
Un altro aspetto fondamentale dei colloqui di Riad è l’importanza di rilanciare i rapporti bilaterali tra Russia e Stati Uniti. Entrambe le parti riconoscono che il miglioramento delle relazioni è un tema cruciale, che potrebbe influenzare le discussioni sul conflitto ucraino. Tuttavia, è essenziale tenere presente che il dialogo tra le due nazioni è stato possibile solo grazie a un cambiamento nella politica statunitense nei confronti della Russia, e non per un cambiamento di atteggiamento da parte di Mosca.
In questo contesto, le aspettative e le strategie di entrambe le parti saranno messe alla prova. La Russia si presenta ai colloqui con l’intento di ottenere risultati concreti, mentre gli Stati Uniti dovranno navigare tra le richieste di Mosca e le esigenze di Kiev e dei suoi alleati. La situazione rimane fluida e le prossime ore saranno decisive per il futuro del conflitto e per le relazioni internazionali.
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