Il Rule of Law Report 2025, redatto dalla Civil Liberties Union for Europe, mette in evidenza la crescente preoccupazione per lo stato di diritto in Italia. Questo documento indipendente analizza le problematiche relative alla giustizia, alla libertà di stampa, ai diritti civili e alla corruzione, rivelando un quadro preoccupante per la democrazia nel paese. Le politiche attuali sembrano accentuare il potere esecutivo, minacciando l’indipendenza della magistratura e la libertà di espressione.
Indebolimento della magistratura e attacchi alla giustizia
Il rapporto evidenzia un progressivo indebolimento dell’indipendenza della magistratura, un elemento fondamentale per la tutela dei diritti dei cittadini e per il corretto funzionamento del sistema giudiziario. Un caso emblematico è quello della Corte Costituzionale, che ha subito un blocco politico che ha impedito la nomina di quattro giudici per diversi mesi. Questo vuoto istituzionale ha compromesso l’equilibrio della Corte, in particolare in occasione di decisioni cruciali riguardanti la legittimità di norme fondamentali. Solo grazie all’intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la crisi è stata risolta nel febbraio 2025.
Parallelamente, il sistema giudiziario italiano ha visto l’introduzione di misure punitive sempre più severe. Il Disegno di Legge Sicurezza prevede pene più severe per chi partecipa a manifestazioni di protesta, mentre il Decreto Caivano ha aumentato i termini di detenzione preventiva per i minori, aggravando il sovraffollamento nelle carceri minorili. Queste misure sono percepite come attacchi diretti alla giustizia e alla libertà di espressione.
Riforma della giustizia e le sue implicazioni
Nel 2024, il Ministero della Giustizia ha proposto una riforma costituzionale che prevede la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, creando due distinti Consigli Superiori della Magistratura. Questa proposta ha suscitato forti preoccupazioni da parte dell’Associazione Nazionale Magistrati , che teme un ulteriore indebolimento dell’indipendenza del sistema giudiziario. Altre misure, come la punizione dei magistrati per errori legati a detenzioni ingiuste, sono viste come strumenti di pressione politica che minano l’autonomia della giustizia.
Inoltre, il governo attuale ha criticato pubblicamente alcuni giudici e le loro sentenze, soprattutto quando queste non si allineano con l’agenda politica. In alcuni casi, i giudici hanno dovuto chiedere protezione a causa di minacce di morte ricevute. Questo clima ostile potrebbe compromettere la fiducia dei cittadini nel sistema giudiziario.
Sovraffollamento carcerario e crisi delle strutture penitenziarie
Il rapporto sottolinea che, nonostante alcuni interventi per migliorare le condizioni nelle carceri italiane, il sovraffollamento rimane un problema grave. Il Decreto Carceri 2024 ha introdotto alcune modifiche, come l’aumento delle assunzioni nella polizia penitenziaria, ma non ha risolto la questione del sovraffollamento, che continua a violare i diritti umani. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha segnalato ripetutamente violazioni in questo ambito.
Una delle riforme più controverse è il Decreto Caivano, che ha ampliato la detenzione preventiva per i minori e ha semplificato i trasferimenti nelle carceri per adulti, aggravando ulteriormente il sovraffollamento negli Istituti Penali Minorili. Questo scenario evidenzia la necessità di riforme strutturali più efficaci per affrontare la crisi delle strutture penitenziarie.
Criminalizzazione delle proteste e dei dissidenti
Il rapporto mette in luce una crescente tendenza a criminalizzare le manifestazioni di dissenso. Il Disegno di Legge Sicurezza ha introdotto nuovi reati e aggravanti, come l’occupazione abusiva di case e il blocco stradale, con pene che possono arrivare fino a sette anni di carcere. Queste misure hanno gravi implicazioni per la libertà di espressione e la protezione dei diritti civili.
La crescente repressione delle proteste ha sollevato preoccupazioni a livello internazionale. L’OSCE ha denunciato il Disegno di Legge Sicurezza come una minaccia per lo stato di diritto, evidenziando come la criminalizzazione delle manifestazioni e il trattamento delle minoranze stiano limitando la libertà di espressione e il diritto alla protesta.
Corruzione e mancanza di trasparenza: la lotta alle disuguaglianze
Un altro tema cruciale sollevato nel rapporto riguarda la persistenza della corruzione in Italia. Nonostante gli sforzi dell’Autorità Nazionale Anticorruzione per migliorare la trasparenza, non si registrano progressi significativi nella regolamentazione del lobbying o nella creazione di un registro pubblico dei lobbisti. Le nuove normative sul whistleblowing sono state criticate come un passo indietro nella protezione di chi denuncia la corruzione.
L’assenza di una legislazione chiara sui conflitti di interesse e la mancanza di trasparenza nei finanziamenti politici rappresentano gravi lacune nel sistema. Questi fattori contribuiscono a mantenere un ambiente favorevole alla corruzione, ostacolando la lotta alle disuguaglianze.
Libertà di stampa sotto attacco
Il Rule of Law Report 2025 evidenzia come la libertà di stampa in Italia sia sempre più minacciata. L’accentramento della proprietà dei media e l’influenza politica sulla RAI pongono gravi rischi per la pluralità dell’informazione. La crisi economica e la crescente pressione sulle testate giornalistiche, unite a intimidazioni legali contro i giornalisti, minacciano il diritto dei cittadini a essere informati in modo libero e imparziale.
Le minacce di azioni giudiziarie e le intimidazioni legali contribuiscono a creare un clima di incertezza per i professionisti del settore. La libertà di stampa, un pilastro della democrazia, è in pericolo, mentre i giornalisti si trovano a dover affrontare un ambiente sempre più ostile.
Democrazia in pericolo: accentramento di potere e riforme che minano l’equilibrio istituzionale
Il rapporto mette in evidenza come l’attuale gestione del governo italiano stia sollevando preoccupazioni sul rischio di indebolimento dei principi democratici. L’uso crescente dei decreti legge e le proposte di riforma del sistema istituzionale, come quelle relative al ‘Premierato’, potrebbero portare a un accentramento del potere nelle mani del Presidente del Consiglio, riducendo il ruolo del Parlamento e alterando l’equilibrio delle istituzioni.
Questa concentrazione di potere potrebbe esporre il paese a una gestione più autoritaria, minando la trasparenza e il sistema di pesi e contrappesi che ha garantito la stabilità politica dell’Italia.
Spazio civico in crisi: proteste, attivismo e diritti civili sotto attacco
Il rapporto denuncia anche la progressiva riduzione dello spazio civico in Italia. Le restrizioni imposte alle organizzazioni non governative e l’incremento di leggi che penalizzano la protesta pubblica hanno limitato la libertà di espressione e di associazione. Le persone che si oppongono al governo o difendono i diritti umani, comprese le minoranze etniche e LGBTQIA+, affrontano una crescente stigmatizzazione e persecuzione.
Le organizzazioni non governative, fondamentali per la protezione dei diritti umani, sono sempre più soggette a ostacoli burocratici e azioni legali. La criminalizzazione della protesta rischia di ridurre ulteriormente la capacità della società civile di influire sul cambiamento.
Violazioni dei diritti umani: discriminazioni e torture in aumento
Il rapporto sottolinea come il rispetto dei diritti umani in Italia sia gravemente compromesso da fenomeni di discriminazione e violenza. Le persone appartenenti a minoranze, come migranti e rifugiati, continuano a subire abusi da parte delle forze dell’ordine, con episodi di violenza fisica e psicologica documentati. Il trattamento disumano nei centri di detenzione per migranti è stato denunciato da numerose organizzazioni internazionali.
Inoltre, le donne continuano a essere vittime di molestie e violenze, nonostante le leggi esistenti contro la violenza di genere. La crescente criminalizzazione delle organizzazioni che difendono i diritti umani e i migranti rappresenta un ulteriore elemento di preoccupazione.
Il rapporto mette in evidenza la necessità di interventi significativi per affrontare queste problematiche, al fine di evitare un ulteriore deterioramento della democrazia e dei diritti civili in Italia.