La posizione di Giorgia Meloni riguardo ai dazi imposti dagli Stati Uniti è chiara: non è opportuno rispondere con misure simili, poiché ciò equivarrebbe a una rappresaglia inutile. Questo punto di vista non è isolato, ma riflette un tentativo di avvicinamento all’amministrazione americana, percepita come più affina rispetto ai burocrati di Bruxelles. Il dibattito attuale è caratterizzato da un linguaggio sempre più bellico, con una divisione netta tra chi sostiene misure aggressive e chi invece promuove la pace, anche in un contesto di protezionismo economico.
La natura dei dazi americani
Attualmente, i dazi americani si applicano principalmente all’acciaio e all’alluminio. Tuttavia, a partire da aprile, si prevede che questi dazi possano avere un impatto significativo sulle esportazioni europee, in particolare quelle italiane verso gli Stati Uniti. È importante notare che, al momento, i dazi hanno una connotazione più politica che economica. Si configurano come uno strumento di negoziato, utilizzato dall’amministrazione Trump per perseguire obiettivi che vanno oltre il semplice commercio, come il controllo dell’immigrazione e la lotta contro il traffico di Fentanyl.
La possibilità di una guerra commerciale potrebbe essere evitata se si riuscisse a dimostrare rapidamente che i benefici per chi impone i dazi sono notevolmente inferiori ai danni che ne derivano. I vantaggi immediati, di natura politica, consentono di mantenere promesse elettorali e di favorire determinate categorie, ma i danni si manifestano con un rilascio più lento, portando a un aumento dell’inflazione e a una diminuzione della crescita economica.
Le implicazioni per l’Unione Europea
Per l’Unione Europea, non reagire ai dazi americani potrebbe essere interpretato come un’ammissione di colpa, suggerendo che si è stati competitivi in modo sleale. Inoltre, i governi europei si troverebbero a dover affrontare un costo politico significativo nel non difendere i settori colpiti dalle misure statunitensi. Ciò comporterebbe una riduzione delle esportazioni, una diminuzione della produzione e una perdita di posti di lavoro. In questo contesto, i contro dazi non sono semplicemente una rappresaglia, ma diventano una necessità imposta dalle circostanze.
L’idea di colpire le produzioni di stati americani governati dai repubblicani è vista come una mossa politicamente astuta. La citazione di Sandro Pertini, “a brigante, brigante e mezzo”, evidenzia la complessità della situazione attuale. Tuttavia, ci si interroga se sia davvero necessario arrivare a tali misure, auspicando che si possa trovare una soluzione più pacifica e costruttiva.