La commissione europea propone nuove misure su tassazione e etichettatura degli alcolici

La Commissione Europea propone misure severe per il settore degli alcolici, tra cui tassazioni elevate e etichette sanitarie, suscitando forti proteste da parte dei produttori italiani e delle associazioni agroalimentari.
La commissione europea propone nuove misure su tassazione e etichettatura degli alcolici La commissione europea propone nuove misure su tassazione e etichettatura degli alcolici

Le recenti misure discusse dalla Commissione Europea riguardanti il settore degli alcolici, compreso il vino, hanno suscitato vive proteste da parte delle associazioni agroalimentari italiane. Un documento di lavoro, parte del piano contro il cancro chiamato BEATING CANCER, ha portato all’attenzione pubblica l’intenzione di introdurre misure più severe, incluse tassazioni elevate e avvertenze sanitarie sulle etichette delle bevande alcoliche. Questa decisione è stata accolta con forte disapprovazione da parte dei produttori italiani, che si sentono minacciati da tali regolamentazioni.

Misure proposte dalla commissione europea

La Commissione Europea sta considerando di attuare misure che includono l’aumento della tassazione sulle bevande alcoliche e l’imposizione di etichette allarmistiche. Queste ultime dovrebbero avvertire i consumatori riguardo ai potenziali rischi per la salute derivanti dal consumo di alcol. L’obiettivo dichiarato di tali misure è il contrasto alla dipendenza da alcol e la prevenzione di malattie legate al suo consumo, in particolare il cancro, che nel 2022 ha causato circa 1,3 milioni di morti nell’Unione Europea. La Commissione ha giustificato queste proposte sottolineando che una tassazione maggiore potrebbe servire come strumento efficace per scoraggiare i consumi.

La proposta di raggruppare la tassazione delle bevande alcoliche in base al titolo alcolometrico, contrariamente al volume come avviene attualmente per il vino e altre bevande fermentate, è vista con preoccupazione dai produttori. L’idea di una riforma di questo tipo era già emersa nella roadmap delineata cinque anni fa, ora tornata alla ribalta grazie alla revisione del piano di lotta contro il cancro.

Reazioni del settore agroalimentare

Le reazioni alle proposte della Commissione sono state concrete e immediate. Coldiretti e Filiera Italia hanno dichiarato di essere pronti a organizzare manifestazioni per protestare contro quelle che considerano misure ideologiche e nocive per un settore che contribuisce in modo significativo all’economia nazionale. La lettera inviata al presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen è chiara nel respingere la proposta di etichette allarmistiche e l’aumento della tassazione come attacco diretto ai circa 240mila viticoltori italiani.

Queste due associazioni hanno richiamato l’attenzione sull’importanza del settore vitivinicolo, che ha un valore di mercato di quasi 14 miliardi di euro e dà lavoro a circa 1,3 milioni di persone lungo l’intera filiera. I produttori sostengono che l’approccio della Commissione rappresenta una grave mancanza di considerazione per le realtà del mercato e delle tradizioni locali.

Appello agli europarlamentari e preoccupazioni politiche

In un momento di forte tensione, l’Unione Italiana Vini ha chiesto agli Stati membri e agli Europarlamentari italiani di non approvare senza discussione questo documento, considerato dannoso e privo di una consultazione adeguata con i vari stakeholder del settore. In questa scia, anche il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio ha espresso preoccupazione, invitando ad una riflessione critica sulle motivazioni scientifiche che sorreggono tali decisioni e sottolineando l’importanza di tutelare uno dei prodotti di maggior valore nell’esportazione italiana.

In un contesto in cui le politiche alimentari e sanitarie sono in continua evoluzione, il dibattito sull’argomento si fa sempre più acceso e il rischio di misure drastiche sul settore vitivinicolo resta un tema caldo. Le associazioni di categoria, fortemente mobilitate, continuano a richiedere un dialogo costruttivo e una revisione delle proposte, ponendo l’accento sulla necessità di preservare tradizioni e occupazione nel settore agroalimentare italiano.