Quasi tutta la squadra di governo con l’ex premier. Il “lettiano” Boccia sostiene Emiliano. Con il ministro della Giustizia Anna Finocchiaro
A questo punto si schierano le truppe: cominciano a delinearsi gli schieramenti dei supporter ai candidati alla segreteria Pd, anche se ufficialmente fino al 6 marzo alle 18 i giochi sono aperti. Quattro i nomi in campo: il segretario uscente Matteo Renzi, il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il presidente della Puglia Michele Emiliano e Carlotta Salerno, unica donna, per i Moderati di Portas. Con Matteo Renzi c’è quasi tutta la squadra di governo, la maggior parte dei parlamentari e dei governatori delle regioni. Michele Emiliano ha dalla sua il radicamento nel Sud, il legame con territorio e le aree ambientaliste. Andrea Orlando, di fatto new entry, sta però risalendo e trova al suo fianco quella parte degli ex Ds che non ha lasciato il partito come ha fatto Bersani, ma non solo.
Gli indecisi di peso.
Non sono pochi, a partire da Romano Prodi, che non si è espresso per nessun candidato e non è detto che lo faccia, così come l’ulivista nel Dna Arturo Parisi. Non si sbilancia per ora Rosy Bindi, che non rivela il candidato preferito, anche se è difficile che sostenga Renzi o che si spenda per Emiliano. Anche Gianni Cuperlo ancora non si sbilancia sull’uno o sull’altro candidato e aspetta di riunire la sua area il 4 marzo per decidere, o stabilire, chi sostenere. Roberto Morassut, che sta nella commissione per il congresso, non ha ancora deciso chi appoggiare, come tutta l’area veltroniana, anche se l’intervento di Walter Veltroni all’Assemblea nazionale sembrava un aiuto all’ex segretario.
Con l’ex segretario.
A sostenerlo c’è gran parte del governo: dai ministri Graziano Delrio (che pure con l’ex premier ha un rapporto difficile) a Marianna Madia e Roberta Pinotti ma anche ex dalemiano Marco Minniti e Maurizio Martina, che era dell’area Sinistra e Cambiamento, ormai è schierato con Renzi; lo è Dario Franceschini, che in tutta questa fase ha lavorato per frenare gli impeti elettorali dell’ex premier e in qualche modo lo ha “pilotato”. Va da sé l’appoggio di Luca Lotti e Maria Elena Boschi, ora sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio. Ma stanno con l’ex segretario anche Teresa Bellanova, Angelo Rughetti e Sandro Gozi.
Anche sul territorio Renzi ha la maggioranza, soprattutto nei governatori di Regione, da Stefano Bonaccini, dell’Emilia Romagna, renziano convinto che però annuncia: «Gli chiederò qualche correzione, perché serve una selezione più autorevole della classe dirigente». E naturalmente il campano Vincenzo De Luca che aiuterà l’ex segretario, così come Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria, mentre il Pd ha perso un pezzo forte tra i governatori, con l’uscita di Rossi. Ma alcuni, soprattutto al Sud, sono indecisi su chi sostenere, come Rosario Crocetta in Sicilia.
A sostegno del Guardasigilli.
Da Palazzo Chigi a sostenere Andrea Orlando sono la ministra per i Rapporti col Parlamento, Anna Finocchiaro e la sottosegretaria Silvia Velo. Con il ministro della Giustizia si è schierato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che porta con sé un pezzo della sinistra romana. A partire dall’europarlamentare Goffredo Bettini. E anche tanti nomi che hanno seguito il percorso dal Pci con lo spezzino Orlando, come l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che è molto vicino al Guardasigilli, un supporter di peso, come anche l’ex presidente della Camera Luciano Violante. Cesare Damiano, deputato della sinistra dem e presidente della commissione Lavoro, in questo giorni ha spinto perché il ministro si candidasse, in un asse con Gianni Cuperlo (anche se quest’ultimo non dice ancora cosa farà). Sono molti i parlamentari “orlandiani”, che hanno ormai mollato al suo destino (renziano) Matteo Orfini e i “Giovani turchi”: Daniele Marantelli, Michele Meta, Gian Carlo Sangalli e altri deputati, e al Senato sui 17 “turchi” 15 sono “orlandiani”. E anche i parlamentari vicini a Enrico Letta potrebbero sostenere il giovane ministro ligure, mentre l’ex premier non ha ripreso la tessera Pd.
Col Governatore pugliese
Michele Emiliano ha dalla sua parte un sostegno diffuso sul territorio, la forza di quella meridionalità che sprizza da tutti i pori. E, con le campagne per il referendum anti-trivelle, ha conquistato gran parte del mondo ambientalista nel Sud. Ma nel governo non c’è ministro o sottosegretario che sostenga il governatore della Puglia. In Parlamento i fedelissimi sono Francesco Boccia, deputato e presidente della commissione Bilancio, e l’altro barese Dario Ginefra (curiosamente entrambi sono sposati a politiche di centrodestra, Nunzia De Girolamo il primo, Laura Ravetto il secondo, grandi amori scoppiati ai tempi degli incontri lettiani di Vedrò). Praticamente due paladini di Emiliano, che in questi giorni tormentosi lo hanno seguito passo passo e incoraggiato. Con loro anche la deputata foggiana Colomba Mongiello.