Le opposizioni si uniscono contro il Ddl Sicurezza: preoccupazioni per la democrazia

Il 2 dicembre 2025, il Senato italiano discute il Ddl Sicurezza, con opposizioni che chiedono lo stralcio dell’articolo 31, accusato di minacciare le libertà democratiche e la privacy dei cittadini.
Le opposizioni si uniscono contro il Ddl Sicurezza: preoccupazioni per la democrazia Le opposizioni si uniscono contro il Ddl Sicurezza: preoccupazioni per la democrazia
Le opposizioni si uniscono contro il Ddl Sicurezza: preoccupazioni per la democrazia - unita.tv

Il dibattito politico italiano si intensifica attorno al Ddl Sicurezza, con le opposizioni che si mobilitano per chiedere lo stralcio dell’articolo 31. Durante un convegno tenutosi in Senato, intitolato “Articolo 31 Ddl repressione – I rischi per la democrazia”, è emersa una forte preoccupazione riguardo alle implicazioni di questo disegno di legge. La discussione si sposterà stasera nelle Commissioni congiunte Affari Costituzionali e Giustizia, prima di approdare in Aula del Senato.

Le critiche al Ddl Sicurezza

Alessandra Maiorino, esponente del Movimento 5 Stelle, ha espresso forti critiche nei confronti del Ddl, definendolo più appropriato da chiamare Ddl Repressione. Secondo Maiorino, il disegno di legge presenta una deriva autoritaria, mirando a limitare le libertà individuali. In particolare, l’articolo 31 è visto come un attacco diretto alla democrazia, poiché consentirebbe ai servizi segreti di operare senza controlli all’interno delle pubbliche amministrazioni. Maiorino ha sottolineato che un paese democratico non dovrebbe necessitare di uno spionaggio istituzionalizzato e ha chiesto il ritiro immediato dell’articolo 31.

Roberto Scarpinato, senatore pentastellato, ha lanciato un allerta riguardo ai pericoli insiti nell’articolo 31, evidenziando come la richiesta di un parere da parte del Copasir sia stata ignorata. Scarpinato ha messo in luce come i poteri dei servizi segreti siano stati progressivamente ampliati nel corso degli anni, creando un’asimmetria tra Copasir e i servizi stessi. La sicurezza, secondo Scarpinato, è diventata un pretesto per violare il diritto alla privacy dei cittadini, con il rischio di una schedatura di massa.

Le preoccupazioni delle opposizioni

Andrea Giorgis, senatore del Partito Democratico, ha condiviso le preoccupazioni espresse da Maiorino e Scarpinato, affermando che il ddl affronta il tema della sicurezza in modo demagogico. Giorgis ha sottolineato che le opposizioni hanno sempre cercato di discutere nel merito delle disposizioni, senza ricevere risposte adeguate. Ha messo in discussione l’intenzione di superare il segreto istruttorio attraverso l’articolo 31, chiedendo chiarimenti sugli obiettivi del governo.

Alfredo Bazoli, un altro senatore del PD, ha descritto il Ddl come un tentativo di intimidire il dissenso, evidenziando che esperti giuristi lo hanno definito illiberale. Bazoli ha avvertito che il provvedimento mette a rischio le libertà costituzionali in cambio di una sicurezza che non può essere garantita. La senatrice Iv Dafne Musolino ha aggiunto che, in un paese con ferite aperte a causa di stragi, è preoccupante che si incoraggi una simile legislazione.

Implicazioni dell’articolo 31

L’articolo 31 del Ddl Sicurezza prevede che le pubbliche amministrazioni e i soggetti che forniscono servizi di pubblica utilità debbano collaborare con i servizi segreti per garantire la sicurezza nazionale. Questo implica che i servizi segreti possano stipulare convenzioni con università e enti di ricerca, consentendo la comunicazione di informazioni anche in deroga alle normative sulla riservatezza. Scarpinato ha avvertito che i servizi segreti rappresentano una “scatola nera” dei poteri dello Stato, suggerendo che la mancanza di trasparenza potrebbe avere conseguenze gravi per la democrazia.

Giuseppe De Cristofaro, senatore di Alleanza Verdi e Sinistra, ha espresso la sua preoccupazione riguardo al ruolo che i servizi segreti potrebbero assumere, soprattutto in un contesto storico come quello italiano, segnato da stragi di Stato e limitazioni alla sovranità. Ha messo in discussione la libertà di espressione e il diritto all’autonomia delle università, elementi fondamentali per una democrazia sana.

Ilaria Cucchi ha concluso il dibattito, sottolineando che la società civile deve rendersi conto della gravità della situazione. Ha evidenziato come il Ddl Sicurezza, insieme ad altre misure adottate in questa legislatura, sembri mirare a colpire le fasce più vulnerabili della popolazione, partendo da provvedimenti come il divieto di resistenza passiva nelle carceri e nei centri di permanenza per i rimpatri.