L’evoluzione delle relazioni USA-Iran: tra sanzioni e geopolitica nel 2025

Nel 2025, le tensioni tra Stati Uniti e Iran si intensificano dopo il ritiro dall’accordo nucleare del 2018. L’amministrazione Biden cerca di ridurre l’influenza iraniana in Medio Oriente, mentre Trump continua a esercitare pressione.
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Il contesto geopolitico attuale è caratterizzato da tensioni crescenti tra Stati Uniti e Iran, con l’amministrazione Biden che si trova a gestire le conseguenze del ritiro unilaterale degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare iraniano, noto come JCPOA. Questo accordo, firmato nel 2015 dai Paesi P5+1, ha rappresentato un tentativo di limitare il programma nucleare iraniano in cambio di un alleggerimento delle sanzioni. Tuttavia, la decisione di Donald Trump di uscire dall’accordo nel maggio 2018 ha riacceso le tensioni e ha portato a una nuova fase di sanzioni economiche.

Il ritiro dall’accordo sul nucleare e le sanzioni

Nel maggio 2018, l’allora presidente Donald Trump annunciò il ritiro degli Stati Uniti dal Joint Comprehensive Plan of Action , un accordo che aveva come obiettivo principale la limitazione del programma nucleare iraniano. Questo accordo era stato raggiunto da una coalizione di potenze mondiali, tra cui Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito e Germania, e aveva visto la luce nel luglio 2015, entrando in vigore nel gennaio 2016. Con il ritiro, Trump non solo ha riattivato le sanzioni economiche che erano state sospese, ma ha anche espresso l’intenzione di esercitare una pressione massima sull’Iran per fermare il suo programma nucleare.

La reazione della comunità internazionale, in particolare dell’Unione Europea, è stata di sostegno all’accordo, ritenuto cruciale per la non proliferazione delle armi nucleari. L’UE ha cercato di mantenere attive le relazioni commerciali con Teheran, nonostante le sanzioni americane, evidenziando una frattura crescente tra le politiche statunitensi e quelle europee.

Le recenti dinamiche politiche e militari

Negli ultimi mesi, l’interesse degli Stati Uniti per il dossier iraniano è tornato al centro della scena internazionale. La nuova amministrazione Biden ha cercato di rivedere le relazioni con Teheran, mentre Trump, pur non più in carica, ha continuato a influenzare la narrativa politica. Recentemente, Trump ha dichiarato di voler mantenere alta la pressione sull’Iran, sottolineando la sua intenzione di limitare l’influenza iraniana in Medio Oriente.

La Repubblica Islamica ha affermato di avere il controllo su quattro capitali arabe: Beirut, Damasco, Baghdad e Sanaa. Tuttavia, l’amministrazione Biden ha già compiuto passi significativi per ridurre l’influenza iraniana in due di queste città, Beirut e Damasco, collaborando con paesi arabi sunniti, in particolare l’Arabia Saudita.

Le conseguenze delle sanzioni e le reazioni internazionali

Negli ultimi giorni, le tensioni sono aumentate ulteriormente con l’intensificarsi delle operazioni militari statunitensi contro i gruppi sostenuti dall’Iran, come gli Houthi in Yemen. Gli Stati Uniti hanno lanciato attacchi mirati, giustificati dalla necessità di proteggere le rotte commerciali nel Mar Rosso, dove gli attacchi degli Houthi hanno causato un aumento dei costi per il commercio marittimo.

In questo contesto, la risposta dell’Iran è stata quella di rivendicare il diritto allo sviluppo del nucleare per scopi civili, mentre i colloqui tra i rappresentanti iraniani, russi e cinesi hanno evidenziato un crescente isolamento di Teheran. La mancanza di un sostegno deciso da parte di Mosca e Pechino ha spinto l’Iran a riflettere sulle proprie strategie geopolitiche, in un momento in cui le sanzioni americane continuano a pesare sull’economia del paese.

Le prospettive future per l’Iran

La situazione attuale presenta all’Iran una scelta difficile: continuare a sostenere la propria influenza nel Golfo Persico, rischiando ulteriori sanzioni e isolamento, oppure cercare un accordo che possa portare a un alleggerimento delle pressioni economiche. La decisione di abbandonare il supporto agli Houthi e di ridurre le ambizioni espansionistiche potrebbe rappresentare un passo verso una maggiore stabilità, ma comporterebbe anche significativi cambiamenti nella politica estera iraniana.

In un contesto internazionale complesso, il futuro delle relazioni tra Stati Uniti e Iran rimane incerto, con implicazioni non solo per la regione, ma anche per il panorama geopolitico globale.

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