Marco Travaglio difende Donald Trump: il dibattito sulle leggi internazionali e le guerre

Durante un dibattito televisivo, Lilli Gruber e Marco Travaglio discutono il rispetto delle leggi internazionali, le responsabilità di Donald Trump e l’ipocrisia dell’Occidente riguardo ai conflitti in corso.
Marco Travaglio Difende Donald Trump: Il Dibattito Sulle Leggi Internazionali E Le Guerre Marco Travaglio Difende Donald Trump: Il Dibattito Sulle Leggi Internazionali E Le Guerre
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La questione delle leggi internazionali e il loro rispetto è tornata al centro del dibattito pubblico, in particolare in relazione alla figura di Donald Trump e alle guerre in corso. Durante un recente confronto televisivo, Lilli Gruber ha espresso preoccupazione per il deterioramento delle istituzioni internazionali, sottolineando che la vittoria della legge del più forte mette a rischio la stabilità globale. Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, ha risposto a queste affermazioni, difendendo l’attuale presidente degli Stati Uniti e contestando l’attribuzione di responsabilità per conflitti che non sono esplosi durante il suo mandato.

Il confronto tra Gruber e Travaglio

Lilli Gruber ha aperto il dibattito sottolineando come le guerre in Ucraina e a Gaza siano il risultato di un disprezzo crescente per le leggi internazionali, un fenomeno che, secondo lei, ha preso piede con l’amministrazione Trump. La giornalista ha definito questa situazione “inquietante” e ha avvertito che se non si rispettano le regole, il mondo potrebbe trovarsi in una condizione di anarchia. Marco Travaglio, tuttavia, ha risposto con sarcasmo, affermando che non si possono attribuire colpe a Trump per conflitti che sono scoppiati prima del suo insediamento. Ha evidenziato che le guerre in corso non sono responsabilità esclusiva del presidente, ma piuttosto il risultato di una lunga serie di eventi storici.

L’ipocrisia dell’Occidente

Nel corso della trasmissione, Travaglio ha messo in discussione la coerenza delle azioni occidentali rispetto alle leggi internazionali. Ha citato il bombardamento di Belgrado, avvenuto senza il consenso dell’Onu, e il riconoscimento della secessione del Kosovo, che contraddiceva le risoluzioni delle Nazioni Unite. Secondo il giornalista, tali azioni hanno creato precedenti pericolosi, legittimando comportamenti simili da parte di altri leader, come Vladimir Putin in Ucraina. Travaglio ha sostenuto che l’Occidente ha storicamente preteso zone di influenza, trattando paesi come l’America Centrale e Meridionale e, più recentemente, Ucraina e Georgia come territori di sua pertinenza.

Le sfide di Trump e i suoi predecessori

Travaglio ha anche analizzato la posizione di Donald Trump, sostenendo che il presidente ha ereditato conflitti irrisolti dai suoi predecessori. Ha citato l’esempio dell’Afghanistan, dove le guerre avviate da amministrazioni precedenti hanno lasciato un’eredità complessa. Secondo il direttore del Fatto Quotidiano, Trump sta cercando di affrontare situazioni che non ha creato, ma che si è trovato a dover gestire. Ha criticato la mancanza di negoziati efficaci da parte dei suoi predecessori, sottolineando che ora Trump si trova a dover risolvere conflitti che richiederebbero un approccio diplomatico più raffinato.

La questione dei negoziati

Infine, Travaglio ha accennato ai negoziati in corso tra Stati Uniti, Russia e Ucraina, sottolineando che è prematuro giudicarne l’efficacia. Ha osservato che gli ucraini hanno emesso un decreto per non trattare con i russi, il che complica ulteriormente la situazione. La posizione di Travaglio è chiara: la responsabilità per le guerre attuali non può ricadere esclusivamente su Trump, ma deve essere vista nel contesto di una storia complessa di conflitti e decisioni politiche.

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