Le recenti dichiarazioni del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, hanno riacceso il dibattito sulla possibilità di ripristinare le forniture di gas all’Europa attraverso il gasdotto Nord Stream. Questo tema, di grande rilevanza geopolitica ed economica, si inserisce in un contesto di crisi energetica che sta colpendo il continente europeo, complicato dalle tensioni tra Russia e Ucraina e dalle politiche energetiche degli Stati Uniti.
Il contesto delle forniture di gas
In un’intervista rilasciata al canale russo Channel One, Lavrov ha evidenziato che, nonostante le divergenze tra Mosca e Washington, esiste un interesse comune per garantire una fornitura energetica stabile all’Europa. Il ministro ha messo in evidenza come i costi energetici per le aziende europee siano significativamente più elevati rispetto a quelli delle imprese statunitensi, suggerendo che questo fattore potrebbe influenzare le decisioni politiche. Lavrov ha affermato: “Sarà interessante se gli americani useranno la loro influenza sull’Europa e la costringeranno a non rifiutare il gas russo. Sarebbe surreale”. Queste parole pongono l’accento sulla complessità delle relazioni internazionali e sull’importanza strategica del gas nel contesto europeo.
La crisi energetica in Europa
Attualmente, l’Europa sta affrontando una grave crisi energetica, aggravata dalle temperature rigide che hanno portato a un consumo record di gas. I dati recenti indicano che il livello di stoccaggio dell’Unione Europea è sceso al 35%, il minimo degli ultimi tre anni. A complicare ulteriormente la situazione, Ucraina ha interrotto il transito del gas dal 1° gennaio, causando una perdita di circa 10 miliardi di metri cubi sul mercato. In questo scenario critico, la riattivazione di una sezione del gasdotto Nord Stream potrebbe rappresentare una soluzione temporanea, con la capacità di trasportare fino a 25 miliardi di metri cubi di gas verso la Germania, contribuendo così a mitigare il deficit energetico.
Le resistenze politiche all’acquisto di gas russo
L’Unione Europea si trova a dover affrontare una crescente carenza di gas, situazione che ha spinto le autorità a considerare modifiche alle normative esistenti. Tra le proposte in discussione vi è quella di alleggerire le regole che richiedono il mantenimento dei serbatoi di gas al 90% di capacità entro il 1° novembre. Questo obiettivo, se non raggiunto, potrebbe comportare un aumento dei prezzi nei mesi estivi. La riattivazione del gasdotto Nord Stream potrebbe essere utilizzata come leva nei negoziati per risolvere il conflitto in Ucraina.
Tuttavia, molti leader europei si oppongono fermamente all’idea di ripristinare le forniture di gas russo. Lavrov ha criticato aspramente questa posizione, definendo i leader come Robert Habeck, Ursula von der Leyen e Boris Pistorius come “persone malate o suicide” per le loro dichiarazioni contrarie al ripristino del Nord Stream. Questa opposizione politica evidenzia le tensioni interne all’Unione Europea riguardo alla dipendenza energetica dalla Russia.
L’aumento delle importazioni di gas
Nonostante le restrizioni imposte dall’Unione Europea, le importazioni di gas sono aumentate del 14% nel 2024, grazie al gasdotto TurkStream e al gas naturale liquefatto . Attualmente, la Russia continua a fornire circa il 15% delle forniture energetiche all’Unione Europea. Lavrov ha sottolineato che la situazione potrebbe cambiare se gli Stati Uniti riuscissero a influenzare le decisioni politiche europee in merito alle forniture di gas russo. Questo scenario rappresenta un punto cruciale per il futuro delle relazioni energetiche tra Europa e Russia, con implicazioni significative per la sicurezza energetica del continente.
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