Nuove misure di sicurezza per Kiev: la forza di rassicurazione franco-britannica

Il vertice di Parigi ha visto il presidente Macron annunciare una forza di rassicurazione per l’Ucraina, mentre l’Italia si mostra cauta sull’invio di truppe e le sanzioni contro la Russia restano in vigore.
Nuove Misure Di Sicurezza Per Kiev: La Forza Di Rassicurazione Franco-Britannica Nuove Misure Di Sicurezza Per Kiev: La Forza Di Rassicurazione Franco-Britannica
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La situazione in Ucraina continua a essere al centro dell’attenzione internazionale, con i negoziati per la pace che avanzano lentamente e le sanzioni contro la Russia che rimangono in vigore. Recentemente, il vertice di Parigi ha rappresentato un’importante tappa per coordinare le azioni europee in un contesto caratterizzato dall’attivismo degli Stati Uniti e dalla figura di Donald Trump. In questo scenario, il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato l’istituzione di una “forza di rassicurazione” per proteggere Kiev da future aggressioni.

La forza di rassicurazione: obiettivi e composizione

Il presidente Macron ha delineato i contorni della nuova forza di rassicurazione, che sarà guidata da Francia e Regno Unito e includerà anche altri Paesi europei. Questa forza non sarà dislocata direttamente al fronte, ma in località strategiche dell’Ucraina, con l’intento di fungere da deterrente contro possibili aggressioni russe. La missione franco-britannica, che partirà nei prossimi giorni, avrà il compito di collaborare con le forze armate ucraine per rafforzare la loro capacità difensiva.

L’obiettivo principale di questa iniziativa è garantire la sicurezza non solo di Kiev, ma dell’intera Europa. Macron ha sottolineato che la preparazione per l’operazione sarà avviata in concomitanza con un eventuale cessate il fuoco, chiarendo che non si tratterà di una missione di peacekeeping. Durante il vertice, il presidente francese ha accolto una trentina di delegazioni, tra cui rappresentanti di Paesi europei e ambasciatori di Australia e Canada, evidenziando l’importanza della cooperazione internazionale in questo contesto.

La posizione italiana e le preoccupazioni sulla sicurezza

L’Italia ha assunto una posizione cauta riguardo all’invio di truppe in Ucraina. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha affermato che Roma è disposta a partecipare a missioni, ma solo nell’ambito di un intervento sotto l’egida delle Nazioni Unite. Crosetto ha avvertito che una missione di peacekeeping esclusivamente europea potrebbe risultare rischiosa, poiché potrebbe incentivare la Russia a testare le reazioni europee a un eventuale attacco.

Macron ha riconosciuto che non esiste unanimità tra gli Stati europei riguardo all’invio di questa forza di rassicurazione, ma ha affermato che non è necessario il consenso di tutti per procedere. Ha inoltre evidenziato che l’Europa deve prepararsi a operare autonomamente, anche in assenza di un supporto americano, sottolineando l’importanza di superare la “minorità geopolitica” che ha caratterizzato il continente negli ultimi anni.

Sanzioni e pressione su Mosca

Un altro tema centrale del vertice è stato il mantenimento delle sanzioni contro la Russia. Macron e il presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa, hanno concordato che non è il momento di allentare le misure punitive. Fonti dell’Eliseo hanno indicato che le sanzioni potrebbero essere ulteriormente inasprite se Mosca non dovesse accettare un cessate il fuoco completo e verificabile.

Costa ha avvertito che cedere alla tentazione di alleviare le sanzioni sarebbe un errore strategico per l’Europa. Macron ha espresso scetticismo riguardo alla possibilità che la Russia accetti di fermare le ostilità, prevedendo che il presidente americano potrebbe sentirsi “tradito” se non riceverà una risposta chiara da Putin riguardo all’offerta di cessate il fuoco.

L’appello alla Cina e il ruolo internazionale

Nel corso del vertice, Macron ha anche invitato il presidente cinese, Xi Jinping, a svolgere un ruolo attivo nel promuovere la pace in Ucraina. Sebbene la Cina non fosse presente all’incontro, il suo coinvolgimento potrebbe rivelarsi cruciale in un eventuale invio di forze sotto l’egida delle Nazioni Unite.

Infine, riguardo ai beni congelati della Banca centrale russa, Macron ha chiarito che non esiste una base giuridica per confiscare tali fondi, secondo il diritto internazionale. Tuttavia, l’Unione Europea ha deciso di utilizzare i ricavi derivanti dal congelamento di oltre 200 miliardi di euro per sostenere l’Ucraina, garantendo che queste somme saranno parte delle future trattative di pace e delle riparazioni di guerra che la Russia dovrà versare.

La situazione in Ucraina rimane complessa e in continua evoluzione, con le forze europee pronte a sostenere Kiev nella sua lotta contro l’aggressione russa.

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