Il recente decreto Sport e Scuola, approvato dalla Camera, introduce significative modifiche nel panorama educativo italiano, in particolare per le classi con una percentuale elevata di studenti stranieri. La proposta di istituire un docente di italiano per stranieri nelle classi con almeno il 20% di alunni non italiani ha sollevato preoccupazioni riguardo alla creazione di scuole-ghetto, specialmente in alcune aree del Paese. Questo articolo esplora le implicazioni di queste nuove misure e le reazioni politiche ad esse.
Il decreto Sport e Scuola: approvazione e obiettivi
Oggi, l’Aula della Camera ha dato il via libera al decreto Sport e Scuola, che ora attende l’approvazione del Senato, prevista entro il 30 luglio. Il Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha accolto con entusiasmo l’approvazione, sottolineando che il provvedimento mira a rendere la scuola più inclusiva. Tra le misure principali, si evidenziano il potenziamento dei percorsi di specializzazione per i docenti di sostegno e l’introduzione di corsi obbligatori di italiano per gli studenti stranieri.
Valditara ha dichiarato che l’obiettivo è garantire a tutti gli studenti, indipendentemente dalle loro origini, l’accesso a un’istruzione di qualità. La carenza di docenti specializzati nel sostegno è un problema significativo, con circa 85mila insegnanti non specializzati. Per affrontare questa situazione, il decreto prevede l’ampliamento dell’offerta formativa per la specializzazione.
Inoltre, il decreto stabilisce che le famiglie potranno richiedere la conferma del docente di sostegno che ha lavorato con i loro figli, garantendo così continuità didattica, fondamentale per gli alunni più vulnerabili. La presenza di un docente dedicato all’insegnamento dell’italiano per le classi con un numero significativo di studenti stranieri rappresenta un ulteriore passo verso l’inclusione.
Dettagli sulla figura del docente di italiano per stranieri
Il decreto prevede l’assegnazione di un docente di italiano per stranieri nelle classi con almeno il 20% di alunni stranieri. Tuttavia, i dettagli su questa nuova figura professionale sono ancora limitati. I docenti saranno selezionati tra quelli della classe di concorso A-23, dedicata alla lingua italiana per discenti di lingua straniera. La quantità di insegnanti assegnati sarà determinata annualmente dal Ministero dell’Istruzione, in base alle necessità.
Questa misura entrerà in vigore nell’anno scolastico 2025-2026. Tuttavia, permangono dubbi riguardo alle ore di lavoro e ai compiti specifici di questi insegnanti, nonché su come si integreranno con il resto del corpo docente. Non sono previste risorse aggiuntive per le assunzioni, il che solleva interrogativi sulla fattibilità di questa iniziativa.
Le scuole potranno stipulare accordi con i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti per accertare le competenze linguistiche degli studenti stranieri. Tuttavia, tali accordi dovranno rimanere all’interno dei limiti delle risorse disponibili. Il Programma nazionale ‘PN Scuola e competenze 2021-2027’ prevede già finanziamenti per potenziare le attività didattiche, ma la loro applicazione pratica resta da definire.
Critiche e preoccupazioni sulla soglia del 20%
Antonio Caso, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione cultura alla Camera, ha espresso forti perplessità riguardo alla soglia del 20% di alunni stranieri necessaria per attivare le nuove misure. Secondo Caso, questa percentuale potrebbe portare a una concentrazione degli studenti stranieri in alcune scuole, creando situazioni di ghettizzazione, soprattutto nelle aree del Sud Italia, dove il numero di alunni stranieri è generalmente inferiore rispetto al Nord.
Caso ha sottolineato che la presenza di alunni con background migratorio varia notevolmente a seconda del territorio. Con una soglia del 20%, c’è il rischio che gli studenti stranieri vengano accorpati in poche classi, compromettendo la loro integrazione. Il Movimento 5 Stelle aveva proposto di abbassare questa soglia al 5%, ma l’emendamento non è stato accolto.
Conferma dei docenti di sostegno: una questione controversa
Un altro aspetto controverso del decreto riguarda la conferma dei docenti di sostegno a tempo determinato, su richiesta delle famiglie. Questa norma, che entrerà in vigore nel 2025-2026, ha sollevato interrogativi sulla sua costituzionalità. Il Movimento 5 Stelle ha messo in evidenza che tale disposizione potrebbe violare i principi di equità e trasparenza nel reclutamento dei docenti.
La norma prevede che i dirigenti scolastici possano confermare i docenti di sostegno con specializzazione, dando loro priorità rispetto ad altri docenti a tempo determinato. Tuttavia, questa procedura potrebbe risultare problematica, poiché consente a persone esterne alla scuola di influenzare la selezione degli insegnanti. Caso ha espresso preoccupazione riguardo alla competenza delle famiglie nel valutare gli insegnanti di sostegno e ha messo in dubbio l’efficacia di questa misura nel semplificare la burocrazia scolastica.
Il dibattito su queste nuove norme continua, con la necessità di trovare un equilibrio tra inclusione e qualità dell’istruzione, per garantire a tutti gli studenti un percorso educativo adeguato e senza discriminazioni.